Il panorama imprenditoriale italiano sta assistendo a una trasformazione significativa, alimentata dalla crescente adozione del modello Società Benefit.
I dati emergenti dalla ricerca nazionale 2025, presentata durante l’evento “Un’ondata di innovazione”, rivelano non solo una proliferazione di queste realtà, ma anche un profondo cambiamento di mentalità e di prassi operative.
La ricerca, frutto della sinergia tra Nativa, il Research Department di Intesa Sanpaolo, InfoCamere, l’Università di Padova, la Camera di commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit, ha analizzato un campione rappresentativo di oltre 300 Società Benefit e più di 550 imprese tradizionali, fornendo un’istantanea dettagliata della loro dinamicità e del loro impatto sul tessuto economico e sociale.
Un indicatore chiave di questo impegno è la destinazione di risorse finanziarie: il 20% delle Società Benefit canalizza oltre il 5% del proprio fatturato verso iniziative di impatto sociale e ambientale, una percentuale che si riduce drasticamente, al soli 6%, tra le imprese non-benefit.
Questa differenza sostanziale testimonia una reale volontà di allineare gli obiettivi economici con la creazione di valore condiviso.
La presenza di una finalità di beneficio comune non si limita a un mero impegno finanziario.
Il modello Benefit si traduce in una profonda integrazione nella gestione aziendale: quasi la metà delle Società Benefit (48%) integra attivamente la valutazione degli impatti ambientali e comunitari nei processi decisionali strategici, contro il 23% delle imprese non-benefit.
Un ulteriore 47% delle Società Benefit considera questi impatti in almeno alcune decisioni strategiche, evidenziando una crescente consapevolezza dell’interconnessione tra performance economica e responsabilità sociale.
Al 30 settembre 2025, il numero di Società Benefit ha raggiunto quota 5.309, segnando una crescita del 22% rispetto all’anno precedente, con una produzione annuale che sfiora i 67,8 miliardi di euro.
Questo dato quantitativo è accompagnato da una crescente sofisticazione nella definizione degli impegni statutari, che le Società Benefit assumono pubblicamente nei confronti di persone, comunità e ambiente.
Si assiste ad una maggiore formalizzazione e trasparenza delle finalità, rendendo l’impegno concreto e verificabile.
L’analisi delle classificazioni ESG (Environmental, Social, Governance) conferma questa vocazione sociale: il 55% degli impegni statutari si concentra su aspetti sociali, il 29% su quelli ambientali e il 16% su quelli di governance.
Questa prevalenza di obiettivi sociali riflette una crescente consapevolezza della necessità di affrontare sfide come la disuguaglianza, la povertà e l’esclusione sociale, oltre a promuovere un modello di sviluppo più sostenibile e inclusivo.
In definitiva, la ricerca evidenzia come il modello Società Benefit non sia una semplice moda passeggera, ma una vera e propria evoluzione del concetto di impresa, capace di coniugare successo economico e responsabilità sociale, contribuendo a costruire un futuro più equo e sostenibile per tutti.
La sua crescita costante e l’integrazione sempre più profonda nei processi decisionali aziendali indicano una tendenza irreversibile verso un’economia più attenta al benessere collettivo.






