L’inchiesta per omicidio colposo e disastro avvenuto in seguito al crollo parziale della Torre dei Conti, nel cuore dei Fori Imperiali di Roma, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di quattro professionisti.
La decisione, assunta dalla Procura di Roma, coinvolge tre architetti e un ingegnere, figure chiave nel progetto di restauro che si stava portando avanti sull’antica struttura.
L’iscrizione, peraltro, non costituisce una presunzione di colpa, ma formalizza l’avvio di un’indagine complessa e dettagliata, finalizzata all’acquisizione di elementi probatori necessari per ricostruire la dinamica degli eventi e individuare eventuali responsabilità.
Al centro dell’attenzione degli inquirenti vi è la presunta carenza di adeguate verifiche e valutazioni sulla vulnerabilità strutturale della torre.
L’ipotesi investigativa, corroborata da testimonianze preliminari e da una prima analisi dei rilievi, suggerisce una potenziale lacuna nella fase di progettazione e supervisione dei lavori.
È probabile che si verifichi un’analisi approfondita dei documenti tecnici, dei calcoli statici e delle relazioni di controllo, per accertare se siano state applicate le normative vigenti in materia di sicurezza e prevenzione del rischio sismico.
L’intervento in corso sulla Torre dei Conti, come spesso accade in contesti di archeologia e restauro urbano, presentava sfide specifiche.
La presenza di vincoli archeologici, la fragilità dei materiali secolari e la necessità di integrare il nuovo con l’esistente, avrebbero richiesto un approccio particolarmente prudente e multidisciplinare.
Il ruolo del responsabile tecnico del progetto, in particolare, sarà oggetto di un esame puntuale, per valutare l’efficacia del controllo sull’esecuzione dei lavori e l’aderenza al progetto originale.
L’azione della Procura si avvale della collaborazione dei Carabinieri, che stanno conducendo accertamenti tecnici irripetibili, inclusa un’analisi forense delle macerie.
Questi rilievi saranno cruciali per determinare la causa scatenante del crollo e per ricostruire lo stato di conservazione dell’edificio prima dell’incidente.
L’indagine si prefigge di chiarire se il crollo sia stato causato da un difetto strutturale preesistente, da errori di progettazione, da imperizie nell’esecuzione dei lavori o da una combinazione di questi fattori.
L’evento ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dei beni culturali e sulla necessità di rafforzare i controlli e la supervisione dei lavori di restauro, soprattutto in contesti monumentali di particolare valore storico e artistico come quello dei Fori Imperiali.
Si tratta di un patrimonio fragile, testimone di secoli di storia, che richiede un’attenzione costante e un approccio responsabile da parte di tutti gli attori coinvolti.






