Un’innovativa strategia di contrasto all’abbandono illegale di rifiuti a Prato fa leva sull’integrazione di tecnologie avanzate, attraverso un progetto sperimentale che combina sorveglianza aerea con analisi forensi e coordinamento operativo.
L’iniziativa, formalizzata da un protocollo d’intesa tra la Procura della Repubblica di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli, e la società Estra, mira a superare i limiti delle tradizionali metodologie di controllo e a incrementare l’efficacia delle indagini.
Il cuore del progetto risiede nell’utilizzo di quattro droni, uno dei quali equipaggiato con una termocamera a infrarossi.
Questa peculiarità consente l’identificazione di aree di sversamento di rifiuti anche in condizioni di scarsa illuminazione, fattore critico nell’abbandono notturno, fenomeno particolarmente diffuso nel territorio pratese.
La termografia, infatti, permette di rilevare variazioni di temperatura associate alla presenza di materiali organici in decomposizione, spesso indicatori di discariche abusive.
Per garantire un controllo in tempo reale delle operazioni di sorveglianza, è stata prevista l’installazione di una stazione mobile di comando.
Questa struttura, autonoma grazie all’utilizzo di un gruppo elettrogeno, funge da hub centrale per la gestione dei voli dei droni e l’analisi delle riprese, fornendo ai responsabili delle indagini una visione immediata e completa della situazione.
La capacità di identificazione delle targhe dei veicoli e dei volti dei responsabili, grazie alla sofisticazione delle telecamere integrate nei droni, rappresenta un elemento distintivo rispetto all’impiego di sistemi di videosorveglianza tradizionali.
Questa abilità è cruciale per tracciare i responsabili e raccogliere prove sufficienti per l’azione legale.
Il progetto, della durata di quattro settimane, coinvolge il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (Nipaf) e il Nucleo Operativo Ecologico (Noe) dei Carabinieri, unendo competenze specialistiche in ambito ambientale e investigativo.
I costi dell’iniziativa sono interamente sostenuti da Estra, testimoniando l’impegno del settore privato nella tutela del territorio e nella lotta contro i crimini ambientali.
Il successo di questa sperimentazione potrebbe aprire la strada a un’adozione più ampia di tecnologie simili in altri contesti ambientali, contribuendo a una gestione più efficace e sostenibile del territorio.






