Quartetto Werther: un viaggio musicale tra passato e presente

Il Quartetto Werther, ensemble cameristico di eccezionale talento che si distingue nel panorama musicale internazionale come raro esempio di formazione stabile con pianoforte in Europa, porta la sua arte al Teatro Argentina nell’ambito della stagione dell’Accademia Filarmonica Romana.

Composto da Misia Jannoni Sebastianini (violino), Martina Santarone (viola), Vladimir Bogdanovic (violoncello) e Antonino Fiumara (pianoforte), il quartetto si è rapidamente affermato per la sua interpretazione appassionata e la ricerca musicale rigorosa, esibendosi nelle più prestigiose istituzioni musicali del mondo.
Il programma proposto non si limita a un semplice repertorio, ma offre un affascinante viaggio attraverso il tempo, un dialogo tra epoche e stili.
L’ascoltatore è invitato a confrontarsi con l’eco di un passato romantico, la sperimentazione del Novecento e le prospettive offerte dalla musica contemporanea.
Il concerto si apre con un’opera giovanile e incompiuta di Gustav Mahler, frammento di un Quartetto per pianoforte in la minore, risalente al periodo di studio presso il Conservatorio di Vienna.
Si tratta di una composizione che, pur nella sua incompletezza, rivela già il genio tormentato di Mahler.

La versione che sarà eseguita è stata completata nel 1988 dal compositore russo di origine tedesca Alfred Schnittke, figura controversa nella scena musicale sovietica, penalizzata per la sua ricerca sonora anticonformista e l’apertura verso le avanguardie occidentali.

Questa integrazione, lungi dall’essere una semplice ricostruzione, rappresenta un atto di reinterpretazione che illumina nuove sfumature nell’opera originale.

La serata prosegue con la prima assoluta di “Movimento di quartetto” di Francesco Antonioni, un’opera commissionata dalla Filarmonica Romana.

Questo nuovo brano si presenta come un ipotetico terzo movimento di quartetto, un ponte ideale che connette Mahler e Brahms, passato e presente.
Antonioni rielabora le potenzialità latenti del frammento mahleriano e della sua successiva revisione, infondendovi un’energia ritmica pulsante, un’esplosione di colori e suggestioni che rimandano alla musica popolare boema, ma con un’inaspettata deriva mediterranea, evocando un immaginario di migrazioni e incontri culturali.

Il concerto si conclude con il Quartetto per pianoforte n. 3 di Johannes Brahms, l’ultima e, per molti versi, la più compiuta espressione del compositore tedesco in questa formazione strumentale.
Nata da un lungo e travagliato processo creativo, iniziato attorno al 1855 per giungere a compimento solo nel 1875, l’opera incarna la piena maturità artistica di Brahms, una sintesi della sua profonda comprensione della forma musicale, della melodia e dell’armonia, un capolavoro che celebra la potenza espressiva del dialogo tra le voci degli archi e la ricchezza del pianoforte.
L’esecuzione del Quartetto Werther promette di rivelare la bellezza nascosta e la complessità di queste opere, offrendo un’esperienza musicale indimenticabile.

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