A Bastia Umbra, nel cuore dell’Umbria, emerge un’iniziativa di profonda innovazione sociale e architettonica: un villino in co-housing domotico destinato a divenire il “Dopo di Noi” per dodici giovani adulti con autismo.
Questo non è semplicemente un luogo di residenza, ma un laboratorio di vita indipendente, un ecosistema progettato per coltivare autonomia, inclusione e benessere, finanziato grazie alla generosa campagna della Fondazione Santa Rita.
Il progetto, nato dall’auspicabile convergenza tra architettura sostenibile e attenzione alle esigenze specifiche delle persone con autismo, si configura come un modello di co-progettazione partecipata.
I futuri residenti, affiancati da professionisti e con il prezioso contributo del Politecnico di Torino, hanno avuto un ruolo attivo nella definizione degli spazi, scegliendo l’arredamento delle loro camere e partecipando alla creazione di un ambiente accogliente e personalizzato.
Questa metodologia, volta a restituire un senso di controllo e ownership, rappresenta un passaggio cruciale per la costruzione di un percorso di crescita personale.
La campagna “Quello che ci lega”, lanciata in concomitanza con la Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, incarna l’impegno concreto di costruire un futuro più equo e inclusivo.
La Fondazione Santa Rita, in qualità di partner esclusivo, ha stanziato un investimento significativo di 400.000 euro all’Associazione Nazionale Genitori Autistici (Angsa) Umbria, dimostrando la volontà di trasformare un sogno in realtà.
I lavori di ristrutturazione procedono a ritmo sostenuto, con oltre 111.000 euro già investiti e un precedente impegno di 90.000 euro per l’acquisizione dell’immobile.
L’obiettivo primario, come sottolinea la direttrice generale Monica Guarriello, è garantire non solo autonomia e dignità, ma soprattutto il diritto fondamentale alla felicità, un diritto troppo spesso negato a persone con disabilità.
Il modello in atto ambisce a diventare una “case history” replicabile, un faro per altre comunità che desiderano offrire opportunità concrete di crescita e inclusione.
Questo progetto non è solo un’iniziativa immobiliare, ma un vero e proprio racconto di resilienza e protagonismo femminile, ispirato alla figura di Santa Rita, patrona dell’Umbria.
Madre Cossu, badessa del monastero di Cascia e presidente della Fondazione, afferma con convinzione che la trasformazione della fragilità in forza è un processo possibile, un percorso di crescita che richiede visione, impegno e una profonda comprensione delle esigenze individuali.
Il villino di Bastia Umbra si candida a essere un luogo simbolo di questa trasformazione, un esempio concreto di come la comunità possa unirsi per costruire un futuro più luminoso per tutti.






