Il dibattito sull’adeguatezza e l’estensione del servizio di scuolabus all’Aquila si riaccende, portando alla luce un nodo cruciale per la comunità: la conciliazione tra esigenze familiari, accesso all’istruzione e sostenibilità del territorio.
L’istanza, inizialmente presentata a giugno da Daniela Cesare e Luca Barbetta a nome di numerose famiglie, mira a recuperare un servizio essenziale che, in altre realtà urbane italiane di simile dimensione, è già ampiamente consolidato.
L’analisi dei documenti comunali, ottenuta attraverso formale accesso agli atti, rivela un quadro preoccupante.
Tra l’anno scolastico 2024/2025 e il 2025/2026, si è assistito a una progressiva riduzione delle corse dedicate all’infanzia e alla scuola primaria, passando da 22 a sole 20.
Questo taglio, apparentemente marginale, si somma a un aumento significativo delle domande di accesso al servizio – ben 65 nel periodo considerato – di cui 30 sono state respinte nella passata annualità e 35 in quella corrente, a causa di rigidi criteri di residenza.
La proposta di estendere il servizio alle scuole medie, vitalizzerebbe ulteriormente il tessuto sociale e formativo della città, è stata recentemente respinta dal Consiglio comunale.
La motivazione ufficiale adduce la necessità di valutazioni approfondite e la ricerca di finanziamenti stabili per un servizio di tale portata.
Tuttavia, i promotori dell’iniziativa sollecitano ora maggiore trasparenza riguardo alle alternative in fase di studio e ai tempi previsti per la loro implementazione.
Le conseguenze di queste restrizioni si fanno sentire pesantemente sulle famiglie aquilane, che si trovano a dover riorganizzare i propri impegni lavorativi e personali per garantire ai propri figli un accesso sicuro e tempestivo alla scuola.
Questa situazione incide negativamente non solo sulla qualità della vita familiare, ma anche sulla mobilità urbana, con un aumento del traffico nelle aree scolastiche e un potenziale impatto sulla sicurezza stradale.
Coincidente con questo scenario, a livello regionale si apre un’opportunità concreta: un bando da 6 milioni di euro destinato all’acquisto di nuovi scuolabus per i comuni montani e semi-montani.
Questa iniziativa mira a colmare un vuoto cruciale nell’accesso ai servizi educativi per le comunità più isolate e vulnerabili.
In vista del 2026, anno in cui L’Aquila sarà Capitale Italiana della Cultura, i promotori dell’istanza rivolgono un appello al Comune affinché si prenda una decisione definitiva sull’estensione del servizio alle scuole medie e sul ripristino delle corse precedentemente ridotte.
L’obiettivo è quello di garantire ai cittadini aquilani strumenti concreti per bilanciare le responsabilità familiari e le opportunità di crescita scolastica, in linea con le aspettative e le promesse di una città in rinascita e proiettata verso il futuro.
La questione non è solo un problema di mobilità, ma una questione di equità sociale e di investimento nel capitale umano della comunità aquilana.






