L’eco di un gigante: Cristiana Pedersoli e il viaggio senza fine di Carlo PedersoliNel cuore dell’affetto collettivo, Carlo Pedersoli, l’indimenticabile Bud Spencer, risuona ancora con una vitalità sorprendente.
A pochi mesi dal suo ipotetico novantaseiesimo compleanno, la sua figura si proietta oltre lo schermo, alimentata dall’eredità artistica e affettiva che sua figlia Cristiana Pedersoli custodisce e amplifica.
Cristiana non si limita a preservare il ricordo di un padre; lo reinterpreta, lo arricchisce, lo rende palpabile attraverso la sua scultura e attraverso la trasmissione di un’essenza umana che trascende l’iconografia cinematografica.
Il ritratto che emerge da Cristiana Pedersoli è quello di un uomo complesso, sfaccettato, ben lontano dall’immagine semplificata dell’eroe muscoloso e invincibile.
Si rivela un Carlo Pedersoli animato da una profonda curiosità, da un amore incondizionato per la libertà e dal desiderio costante di movimento.
La sua passione per i mezzi di trasporto, in particolare per le imbarcazioni e le roulotte, non era una semplice eccentricità, ma una dichiarazione d’intenti: la roulotte Airstream importata da Miami divenne il suo ufficio itinerante, un simbolo tangibile della sua avversione per i luoghi fissi e la sua ricerca incessante di nuovi orizzonti.
Questa filosofia, questa volontà di trasformare anche la routine in un viaggio, definiva la sua visione del mondo.
L’arte di Cristiana Pedersoli si configura come un dialogo intimo con la memoria paterna.
Ogni scultura non è una mera riproduzione fisica, ma un tentativo di catturare l’essenza del padre: la sua forza gentile, il suo umorismo garbato, la sua energia contagiosa.
Attraverso il modellato, Cristiana non solo dà forma al ricordo, ma lo fa rivivere, portando alla luce frammenti di una storia familiare che altrimenti rischierebbe di svanire.
Questa connessione si rafforza grazie all’incontro con Mattia Ferro, ideatore del progetto Luxury Camp.
L’analogia tra la passione per le Airstream, condivisa da Mattia e da Carlo, si è rivelata un segno inequivocabile, un invito a creare uno spazio che fosse più di un semplice luogo di sosta: un luogo capace di evocare emozione, di trasmettere un senso di libertà e di esaltare l’estetica del viaggio.
La scultura monumentale di Bud Spencer collocata in questo spazio non è solo un omaggio, ma un elemento integrante di una visione più ampia.
Cristiana immagina suo padre a suo agio in un ambiente che fonde natura, design e spirito di scoperta.
Il sogno è quello di disseminare il mondo con queste opere, portando il ricordo di Carlo in luoghi cari al suo cuore, come l’aeroporto di Roma, testimonianza della sua grande passione per il volo.
Carlo Pedersoli era un acuto osservatore della realtà, un uomo capace di cogliere i dettagli più minuti e di trasformarli in spunti di riflessione.
La sua ironia, il suo autoironismo, erano la chiave per comprendere la sua umiltà e la sua capacità di prendersi poco sul serio.
Un aneddoto significativo, il saluto sussurrato alla figlia prima di dormire, “Buonanotte, Cri Cri”, rivela la dolcezza e la semplicità del suo affetto.
Cristiana, attraverso la sua arte, vuole preservare l’immagine dell’uomo libero, curioso e capace di guardare il mondo con occhi aperti.
La libertà, intesa come capacità di pensare, di muoversi, di ridere e di essere generosi senza artifici, è l’eredità più preziosa che desidera consegnare al futuro.
Un’eredità fatta di film, ma soprattutto di gesti, ricordi e umanità, che Cristiana Pedersoli custodisce e condivide con amore e dedizione.






