La Commissione Speciale del Consiglio Regionale ha recentemente concluso un ciclo di audizioni cruciali, focalizzato sulla Legge Statutaria e le relative norme attuative, coinvolgendo figure chiave come l’ex Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e rappresentanti di movimenti politici che, pur non avendo accesso all’Aula consiliare, esprimono visioni fondamentali per il futuro dell’Isola.
Il confronto, intriso di proposte coraggiose e stimolanti, ha messo a fuoco le criticità strutturali che affliggono la Sardegna e ha delineato possibili vie per una più compiuta affermazione della sua identità e autonomia.
Cappellacci, con sguardo proiettato verso l’evoluzione del panorama internazionale, ha enfatizzato come la posizione geografica della Sardegna non debba essere percepita come limite, bensì come un asset strategico da valorizzare.
Ha evidenziato tre fragilità che, se non affrontate con decisione, rischiano di compromettere lo sviluppo dell’Isola: la *insularità infrastrutturale*, una condizione che trasforma la continuità territoriale da diritto fondamentale a oggetto di negoziato; l’*insularità amministrativa*, caratterizzata da una eccessiva lentezza burocratica; e l’*insularità energetica*, che impone ai sardi di pagare tariffe energetiche penalizzanti nonostante il notevole potenziale di risorse rinnovabili presenti nel territorio.
L’ex Presidente ha lanciato un appello per una profonda riforma della continuità territoriale, auspicando un sistema che ne garantisca l’efficienza e l’accessibilità, e ha sottolineato l’urgenza di investimenti mirati al potenziamento di porti e aeroporti, veri e propri nodi logistici per l’economia sarda.
Altrettanto cruciale, a suo avviso, è la conquista dell’autosufficienza energetica e l’adozione di una riforma fiscale innovativa, capace di attrarre investimenti nel settore dell’innovazione, stimolando così la crescita e l’occupazione.
Sul fronte istituzionale, Cappellacci ha proposto un rafforzamento della figura del Presidente della Regione, immaginandolo come un “sindaco dell’Isola”, dotato di ampi poteri di indirizzo e della facoltà di nominare e revocare gli assessori.
Riguardo al sistema elettorale, ha sollecitato una legge che promuova il pluralismo, la rappresentanza e la governabilità, eliminando il voto disgiunto e le soglie di sbarramento.
Infine, non ha escluso la possibilità di una riforma organica dello Statuto, forse attraverso un’Assemblea Costituente, per sancire non la semplice autonomia regionale, ma l’autonomia del popolo sardo.
Le voci dei movimenti politici che non hanno ottenuto rappresentanza in Consiglio Regionale hanno amplificato e approfondito le istanze emerse da Cappellacci.
Liberu, Sardegna chiama Sardegna, Repubblica e Sardegna R-Esiste hanno condiviso una critica radicale della legge elettorale corrente, accusandola di essere incapace di garantire una reale rappresentatività e partecipazione.
Sardegna chiama Sardegna ha proposto un percorso costituzionale di dodici mesi per la redazione di un nuovo Statuto, mentre Liberu ha denunciato l’assenza di un riconoscimento giuridico del popolo sardo e della sua lingua, evidenziando il rischio di estinzione del sardo.
Repubblica ha avanzato una proposta audace: il riconoscimento della Sardegna come nazione, con la rivendicazione di competenze plene in materia di fisco, energia, ordine pubblico, continuità territoriale e demanio marittimo.
Sardegna R-Esiste ha invece invocato una disciplina più efficace per le iniziative legislative popolari, ispirandosi al modello di altre regioni, e ha espresso una preferenza per il ritorno al sistema proporzionale puro, con l’introduzione della sfiducia costruttiva per garantire maggiore stabilità e responsabilità politica.
L’esigenza di un profondo ripensamento del sistema politico e istituzionale sardo, che sappia valorizzare le peculiarità dell’Isola e garantire una più ampia partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, emerge con forza da queste audizioni, delineando un percorso di rinnovamento che guarda al futuro con spirito di iniziativa e al servizio del bene comune.






