Un nuovo, inquietante episodio si aggiunge al quadro di una gestione aziendale sempre più conflittuale all’interno di Pam Panorama.
Una cassiera con un percorso professionale trentaseienne nel superstore di Fornacette, Pisa, è stata recentemente vittima di una misura disciplinare severissima, innescata da una procedura interna denominata “test carrello”.
La donna, accusata di non aver rilevato un mascara occultato all’interno di una confezione di castagne, si è vista infliggere una sospensione retribuita di dieci giorni, una sanzione che, come evidenziato dalla segreteria della Filcams Cgil di Pisa, Matteo Tacola, si pone al limite del licenziamento, prefigurando un clima di costante incertezza per i lavoratori.
Questo caso, che segue altri episodi simili verificatisi nelle filiali di Livorno e Siena, suggerisce una strategia aziendale volta a esercitare un controllo pervasivo e punitivo sui dipendenti, in un contesto già segnato da riorganizzazioni e tensioni.
L’applicazione arbitraria del “test carrello” appare meno come un tentativo di prevenzione delle perdite e più come un meccanismo di intimidazione, un monito rivolto a tutti i colleghi: la minima deviazione dagli standard, la più impercettibile omissione, saranno punite con severità.
La vicenda si inserisce in un quadro più ampio di criticità gestionali che la Filcams Cgil ha ripetutamente segnalato.
Alla fine del 2023, la filiale di Fornacette aveva già accumulato ammanchi inventariali consistenti, derivanti, come denunciato attraverso la Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU), da furti agevolati dall’assenza di adeguati sistemi di vigilanza alle casse rapide.
Le segnalazioni di un sistema vulnerabile, che permetteva a malintenzionati di defluire dal negozio con carrelli pieni, pagando solo una parte della merce, erano state inizialmente respinte con la motivazione che il valore dei furti fosse incluso nel budget preventivo.
Tuttavia, l’evidente superamento di tale budget non ha portato a investimenti in misure di sicurezza, come servizi di anti-taccheggio e vigilanza privata, ma a una strategia perversa: scaricare la responsabilità delle perdite sui dipendenti, attraverso procedure ingiuste e delegittimanti come il “test carrello”.
L’azione sembra mirata a individuare capri espiatori, privilegiando, in maniera sospetta, i dipendenti con maggiore anzianità aziendale.
La Filcams Cgil, in difesa dei propri iscritti e in risposta a questa deriva autoritaria, annuncia il sostegno alla mobilitazione regionale e nazionale, auspicando un confronto costruttivo e un ripensamento radicale delle politiche aziendali.
L’obiettivo è denunciare una gestione che, invece di affrontare le vere cause delle perdite, opta per un approccio repressivo che mina il morale dei lavoratori e compromette la qualità del servizio offerto alla clientela, trasformando il rapporto di lavoro in una fonte di ansia e precarietà.
La vicenda solleva, inoltre, interrogativi sull’etica aziendale e sulla responsabilità sociale di un’azienda che sacrifica il benessere dei propri dipendenti sull’altare di una presunta efficienza contabile.






