venerdì 5 Dicembre 2025

Roggero: Appello conferma la condanna, un caso di eccesso di difesa

La vicenda di Mario Roggero, ora definitiva in appello, solleva un intricato nodo di questioni legali, etiche e sociali, che trascendono la semplice cronaca di un fatto di cronaca avvenuto a Grinzane Cavour il 28 aprile 2021.

La sentenza, che conferma in sostanza la condanna di primo grado, condanna Roggero a 14 anni e 9 mesi di reclusione per l’omicidio di due rapinatori e le lesioni riportate dal terzo, incarna un caso emblematico di legittima difesa, eccesso colposo e la complessità di bilanciare il diritto alla proprietà privata e la tutela della vita umana.
L’episodio, che vide il proprietario di una gioielleria reagire a un tentativo di rapina armata, ha immediatamente acceso un acceso dibattito pubblico.
Se da un lato la prontezza di Roggero è stata interpretata da alcuni come un atto di coraggio e un deterrente contro la criminalità, dall’altro è stato sottolineato l’eccesso di violenza utilizzato nella reazione, con conseguenze fatali per due dei malviventi.
La sentenza d’appello, pur riducendo la pena inflitta in primo grado ad Asti (dove era stata originariamente stabilita in 17 anni), ribadisce l’assenza di elementi che possano escludere la responsabilità penale di Roggero.
Il tribunale ha ritenuto che, pur riconoscendo il diritto alla difesa, le azioni poste in essere dal gioielliere abbiano superato i limiti ragionevoli e necessari per neutralizzare la minaccia.

Il caso Roggero non può essere isolato dal contesto socio-economico in cui si è verificato.

L’aumento della criminalità, la percezione di insicurezza e la crescente diffidenza verso le istituzioni hanno alimentato una narrazione che tende a legittimare l’autotutela, spesso a discapito del rispetto delle procedure legali.
L’analisi giuridica della vicenda è complessa.
La legittima difesa, riconosciuta dall’articolo 52 del codice penale, prevede la reazione proporzionata all’offesa subita.

L’eccesso colposo, invece, si configura quando la reazione, pur legittimata dall’intento di difesa, supera i limiti della ragionevolezza e della proporzionalità a causa di una valutazione errata della situazione o di una perdita di controllo.
La sentenza di appello non fa altro che cristallizzare un dilemma etico e giuridico che la società italiana è chiamata ad affrontare: come conciliare il diritto alla proprietà privata, spesso correlato ad un senso di sicurezza personale, con il sacro diritto alla vita umana? La vicenda Roggero, al di là della pena inflitta, rappresenta un monito a riflettere sull’importanza del dialogo sociale, della prevenzione della criminalità e di un sistema giudiziario efficiente, capace di garantire la sicurezza dei cittadini senza compromettere i principi fondamentali dello stato di diritto.
La vicenda sollecita, infine, un’indagine più approfondita sulle cause strutturali che alimentano la criminalità, cercando soluzioni che vadano al di là della mera risposta punitiva.

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