Barbara Hannigan: la direttrice d’orchestra che unisce dolcezza materna e autorità paterna, sfida i confini musicali con un approccio empatico e senza distinzioni di genere.

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Barbara Hannigan, una delle soprano più richieste al mondo e direttrice d’orchestra da oltre dieci anni, condivide il suo approccio unico alla musica e alla direzione. Per lei, cantare significa tornare indietro nel tempo, sentirsi di nuovo bambina, mentre sul podio deve incarnare un ruolo che mescola la dolcezza materna e l’autorità paterna. La sua prossima sfida è rappresentata dai tre concerti in programma a Santa Cecilia, dove proporrà un mix eclettico di brani amati come la Sinfonia n. 90 di Haydn e opere meno conosciute come Music for theatre di Aaron Copland.Nel suo stile di direzione, Hannigan si distingue per l’approccio empatico e senza distinzioni di genere: per lei ciò che conta è il dialogo emotivo tra i musicisti sul palco. Nonostante le difficoltà incontrate in passato con orchestre poco collaborative, per la direttrice ogni momento trascorso sul podio è puro piacere e gratificazione.Il tema della presenza femminile nella direzione d’orchestra emerge durante l’intervista: Barbara racconta come non avesse mai considerato questa possibilità fino a quando alcuni colleghi non le hanno suggerito di intraprendere questa strada dopo i trent’anni. Le prove sono fondamentali per stabilire un rapporto autentico con i musicisti e per capire le loro esigenze musicali.Il legame tra canto e direzione si rivela cruciale per Hannigan, che sottolinea come entrambe le discipline siano unite dalla respirazione e dallo stato meditativo che permettono di esplorare appieno le proprie potenzialità artistiche. Il suo interesse per la musica teatrale e contemporanea ha contribuito a rinnovare il repertorio classico portando la modernità anche ai grandi pubblici.Infine, Hannigan ricorda con affetto gli incontri artistici significativi della sua carriera, come quello con John Zorn a Zurigo o l’esecuzione del brano ‘Let me tell you’ di Hans Abrahamsen nel 2013. La direttrice-soprano si concentra sulla fiducia reciproca tra artista e pubblico, sottolineando l’importanza dell’autenticità nell’espressione musicale.

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