Un’ordinanza cautelare interdittiva, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torre Annunziata su impulso della Procura della Repubblica e resa esecutiva da Carabinieri e Polizia Municipale, ha temporaneamente sospeso le attività professionali e gestionali di sei figure di spicco nel panorama amministrativo ed economico locale.
La misura, che interviene a seguito di un’articolata indagine, colpisce due dirigenti comunali (Maria Gabriella Camera e Antonio Sarnello), un’ex dirigente (Claudia Sacco), un ingegnere (Giovanni Salerno), un avvocato (Pietro Paolo Palumbo) e un imprenditore (Giuseppe Fornito), a cui vengono contestati reati gravissimi che mettono in discussione i principi fondamentali del diritto amministrativo e della pubblica moralità.
Le accuse, che spaziano dal falso ideologico in atto pubblico alla truffa ai danni della pubblica amministrazione, fino alla tentata concussione, emergono dall’analisi di tre distinte, ma interconnesse, vicende che hanno coinvolto il Comune di Torre del Greco.
La prima riguarda l’irregolare realizzazione, nell’estate del 2021, di due strutture di fatto – pedane – attribuite alle società Ati Gusto e Voce del Mare in un’area demaniale marittima, successivamente sottoposta a sequestro preventivo per abusivismo edilizio.
Questo episodio solleva interrogativi sulla vigilanza e il controllo del territorio da parte dell’amministrazione comunale.
La seconda indagine si concentra su una gara d’appalto del 2016, bandita per l’assegnazione della concessione demaniale in un’area di via Principal Marina, destinata ad attività di ristorazione e potenzialmente aggiudicata alla Ati Gusto.
La sospensione delle attività interdittive pone ora sotto scrutinio la correttezza delle procedure concorsuali e il possibile turbamento delle stesse.
La terza, e forse la più inquietante, riguarda presunti tentativi di condizionamento all’interno dell’ufficio antiabusivismo del Comune.
Secondo l’ipotesi accusatoria, la dirigente dell’ufficio avrebbe esercitato pressioni sui funzionari comunali, inducendoli a redigere una relazione tecnica fittizia volta ad attestare l’avvenuta rimozione di irregolarità edilizie presso il ristorante Yachting Club, gestito dalla società Voce del Mare, con l’obiettivo di ottenere il dissequestro dell’immobile.
Questo scenario evoca dinamiche di corruzione e abuso di potere che compromettono l’integrità del servizio pubblico e la parità di accesso ai diritti.
L’ordinanza cautelare, sebbene provvisoria, rappresenta un campanello d’allarme per l’intera comunità, evidenziando la necessità di un profondo rinnovamento etico e amministrativo e di un rafforzamento dei meccanismi di controllo e trasparenza per garantire la legalità e la tutela del bene comune.
La vicenda solleva interrogativi cruciali sul ruolo delle istituzioni, sulla responsabilità dei singoli e sulla necessità di un’azione decisa per contrastare ogni forma di illegalità e corruzione.






