San Carlo: riapertura incerta tra polemiche e gestione controversa.

La riapertura della stagione lirica al Teatro San Carlo, con la rappresentazione di *Medea*, segna un ritorno alla normalità interrotto da un ritardo ingiustificato, un’ombra di incertezza che ne offusca il potenziale.

L’attesa, protrattasi per mesi, è il risultato diretto di una gestione amministrativa carente, un cortocircuito istituzionale che ha compromesso l’operatività di uno dei teatri d’opera più prestigiosi al mondo.
Le giustificazioni addotte, celate dietro un presunto rispetto per le istituzioni e per la città di Napoli, si sono rivelate vane, esibendo una profonda mancanza di responsabilità che ha, di fatto, denigrato la reputazione stessa del teatro e dell’intera regione.

Il governatore uscente, Vincenzo De Luca, ha riacceso il dibattito durante la consueta diretta social, riprendendo le accuse nei confronti del sindaco Gaetano Manfredi relative alla nomina del Sovrintendente, Fulvio Macciardi, una questione ancora al vaglio della giustizia.

L’episodio solleva questioni cruciali riguardo alla governance culturale, all’equilibrio di potere tra istituzioni e al ruolo del teatro come patrimonio collettivo.
Non si tratta semplicemente di una disputa politica, ma di un campanello d’allarme sulla necessità di procedure più efficienti e trasparenti per la gestione di beni culturali di tale rilevanza.

La vicenda trascende il singolo episodio, evidenziando una più ampia problematica: la tendenza a politicizzare processi decisionali che dovrebbero basarsi su competenze e professionalità.

La nomina di un sovrintendente non dovrebbe essere un premio di consolazione o uno strumento di rivalsa politica, bensì la designazione di un leader capace di guidare un’istituzione complessa, di interpretare le sue esigenze artistiche e di promuoverne la crescita culturale e sociale.

La ripresa della stagione lirica, con *Medea* come preludio, rappresenta una sfida.

È un’opportunità per il Teatro San Carlo di riconciliarsi con il pubblico, di riaffermare la sua eccellenza artistica e di dimostrare la sua capacità di superare le difficoltà.
Ma è anche un’occasione per la classe politica di riflettere sulla propria responsabilità, di abbandonare logiche di partito e di privilegiare il bene comune, garantendo al Teatro San Carlo, e a tutte le istituzioni culturali, la stabilità e il sostegno necessari per prosperare e continuare a irradiare cultura in Italia e nel mondo.

La vicenda ha lasciato una ferita, e la sua completa guarigione richiederà un impegno sincero e condiviso da parte di tutti gli attori coinvolti.

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