Le parole di Mattia Perin, portiere della Juventus, dipingono un quadro vivido dell’impatto di Luciano Spalletti sulla squadra bianconera, andando ben oltre il semplice apprezzamento tattico.
Non si tratta solo di un allenatore eccezionale, ma di un architetto di risultati, capace di estrarre prestazioni inaspettate da un singolo punto percentuale, un dettaglio apparentemente insignificante che, moltiplicato per l’intera squadra, genera una differenza abissale.
Perin, con una fiducia palpabile, lo colloca tra i migliori allenatori che abbia avuto nella sua carriera, sottolineando una capacità di lettura del gioco e una visione strategica che trascendono il convenzionale.
L’imminente sfida contro il Napoli, una trasferta carica di significato, si presenta come un banco di prova per la squadra, galvanizzata da tre vittorie consecutive che ne hanno consolidato la fiducia.
L’atmosfera è positiva, intrisa di un’energia che scaturisce dalla preparazione metodica di Spalletti, un approccio che, pur definendo le linee guida, lascia spazio all’interpretazione e all’azione dei singoli giocatori in campo.
Perin, da Fossano, in provincia di Cuneo, testimonia questo connubio tra pianificazione accurata e autonomia decisionale, elementi cruciali per affrontare un avversario di pari livello.
La definizione di “influencer dello spogliatoio” attribuita a lui dallo stesso Spalletti rivela un’immagine inattesa, un ruolo di guida e supporto che Perin accoglie con umiltà e consapevolezza.
La sua esperienza, maturata in anni di professionismo, si pone come risorsa preziosa per i giovani talenti, un ponte tra generazioni che contribuisce a creare un ambiente coeso e stimolante.
Non si tratta di un ruolo imposto, ma di una scelta consapevole, un desiderio di condividere le proprie conoscenze e contribuire alla crescita collettiva.
Le assenze di Vlahovic e Gatti, inevitabili capitoli di una stagione calcistica, rappresentano una sfida per la solidità del gruppo.
La loro perdita, in particolare quella di Dusan, destinata a protrarsi nel tempo, non deve intaccare la determinazione della squadra.
Perin, con un pragmatismo tipico dei grandi professionisti, sottolinea la capacità di reazione della Juventus, evidenziando la presenza di alternative come David e Openda, giocatori che meritano la loro posizione e che saranno chiamati a raccogliere la loro eredità.
Il suo piccolo affaticamento, gestito con attenzione, simboleggia l’impegno costante a preservare la salute fisica, un aspetto fondamentale per affrontare un calendario fitto di impegni.
La sua presenza, nonostante il disagio, a Napoli, è un ulteriore esempio della sua dedizione alla maglia bianconera e alla causa della squadra.
La partita contro il Napoli si configura, dunque, non solo come un evento sportivo, ma come una prova di resilienza, un test di carattere per una Juventus rinata sotto la guida esperta di Luciano Spalletti.







