Dopo un periodo di contrazione che ha segnato l’economia marchigiana a partire dal 2023, l’industria manifatturiera regionale mostra segnali incoraggianti nel terzo trimestre del 2025.
L’analisi trimestrale, condotta dal Centro Studi di Confindustria Marche su un campione rappresentativo di 262 aziende, rivela un’inversione di tendenza, con una crescita dell’attività produttiva del 1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Questo dato, sebbene modesto, contrasta con la persistente flessione che ha caratterizzato gli anni precedenti, offrendo un primo spiraglio di speranza per un rilancio del settore.
Il recupero, pur contenuto, si colloca in un contesto nazionale in cui l’Italia intera registra una performance leggermente migliore (+1,8% su base tendenziale).
Questa differenza suggerisce che la resilienza del tessuto industriale marchigiano, pur evidente, potrebbe necessitare di ulteriori stimoli per colmare il divario con la media nazionale.
L’indagine delinea un quadro complesso, dove fattori dirompenti globali e dinamiche interne al mercato interagiscono in maniera articolata.
La ripresa, infatti, non è omogenea in tutti i comparti.
Settori ad alta intensità di capitale, come la lavorazione dei metalli e la produzione di macchinari, mostrano una maggiore vitalità, trainati da una rinnovata domanda interna ed estera, mentre altri, più dipendenti da filiere globali frammentate, faticano a recuperare terreno.
L’analisi approfondisce inoltre l’impatto delle scelte strategiche aziendali, evidenziando come l’investimento in innovazione tecnologica, la transizione verso pratiche sostenibili e la digitalizzazione dei processi produttivi si configurino come fattori chiave per la competitività e la capacità di risposta alle nuove sfide del mercato.
Le imprese che hanno saputo cogliere queste opportunità mostrano performance superiori alla media, confermando l’importanza di una visione lungimirante e di un impegno costante verso il miglioramento continuo.
Tuttavia, la ripresa rimane fragile e soggetta a diverse incertezze.
L’evoluzione dei costi energetici, l’instabilità geopolitica e le tensioni commerciali internazionali rappresentano potenziali fattori di rischio che potrebbero frenare l’momentum positivo.
È quindi essenziale che le politiche pubbliche si concentrino sul sostegno alle imprese, facilitando l’accesso al credito, promuovendo la formazione del capitale umano e creando un ambiente favorevole all’innovazione e all’export.
In conclusione, il terzo trimestre del 2025 segna un punto di svolta per l’industria manifatturiera marchigiana, con una ripresa che, sebbene modesta, offre una prima indicazione di una possibile inversione di tendenza.
La sfida ora è consolidare questo segnale positivo, trasformandolo in una crescita sostenibile e duratura, capace di rilanciare l’economia regionale e di creare nuove opportunità di lavoro e di sviluppo.







