Le consultazioni informali del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla complessa situazione politica in Bosnia-Erzegovina, tenutesi recentemente a New York su richiesta della Federazione Russa, hanno evidenziato una mancanza di unanimità nel raggiungere una posizione ufficiale e scritta. Durante l’incontro, si è approfonditamente discusso dell’attuale crisi politica e istituzionale che sta attraversando il Paese balcanico, con particolare attenzione al processo e alla condanna del presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, nonché alle leggi emanate dall’Assemblea nazionale della stessa entità.Fonti giornalistiche a Sarajevo hanno rivelato che i rappresentanti di Gran Bretagna, Grecia, Danimarca e Francia hanno espresso chiaramente la loro opposizione alle posizioni russe, enfatizzando l’importanza di rispettare gli accordi di pace di Dayton, nonché l’integrità territoriale e la sovranità della Bosnia ed Erzegovina insieme alle decisioni prese dall’Alto Rappresentante internazionale. È stato sottolineato il bisogno di evitare discorsi divisivi e azioni che potrebbero generare ulteriore instabilità nella regione.Dall’altra parte, la Russia ha ribadito le proprie critiche nei confronti dell’Alto Rappresentante Christian Schmidt, contestandone la legittimità. Nel frattempo, si è registrata un aumento della presenza militare della Forza europea Eufor nella zona di Pale vicino a Sarajevo; tuttavia, Eufor ha chiarito che si tratta semplicemente di normali attività di pattugliamento senza alcun motivo di allarme per la popolazione locale.Le tensioni politiche ed etniche in Bosnia-Erzegovina sono aumentate negli ultimi giorni in seguito alla condanna a un anno di carcere inflitta al leader serbo-bosniaco Milorad Dodik per aver disobbedito alle decisioni dell’Alto Rappresentante. Tale condanna ha spinto Dodik a promulgare nuove leggi che vietano l’operato degli organi centrali giudiziari e di polizia sul territorio della Republika Srpska, entità a maggioranza serba guidata proprio da Dodik.