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La Stampa a rischio: un patrimonio editoriale da salvare.

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Un patrimonio culturale e informativo di inestimabile valore, pilastro dell’editoria italiana per oltre un secolo e mezzo, si trova oggi di fronte a una drammatica fase di transizione.

*La Stampa*, sentinella del Nord Ovest, con la sua rete di testate e radio che abbracciano Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, rischia di essere ridotta a merce, oggetto di una cessione accelerata che ne ignora la sua importanza strategica e le implicazioni per il pluralismo dell’informazione.
L’annuncio della vendita, o più precisamente la sua affrettata liquidazione, suscita profonda preoccupazione tra le associazioni di giornalisti – Associazione Stampa Subalpina, Associazione Ligure Giornalisti e Associazione Stampa Valdostana – che si dichiarano al fianco dei colleghi torinesi e di tutto il gruppo Gedi.
La decisione, percepita come una svalutazione del ruolo e della storia di una testata storica, si traduce in un cortocircuito di garanzie per i lavoratori e in una totale assenza di progettualità per il futuro.

Questo evento non va isolato, ma inserito in un quadro più ampio: il progressivo smantellamento del gruppo Espresso, un processo iniziato in precedenza e ora portato a compimento in maniera impetuosa.
La cessione di *La Stampa* si aggiunge alla vendita di altre realtà editoriali significative come *La Repubblica*, le radio Capital, Deejay, M2O, *Huffington Post* e *Limes*, testimoniando una strategia aziendale che privilegia il profitto immediato a discapito del valore intrinseco di queste testate.
La rapida erosione del tessuto informativo nazionale solleva interrogativi cruciali sulla tenuta del pluralismo dell’informazione.
La concentrazione della proprietà dei media nelle mani di pochi soggetti, unita alla riduzione degli investimenti in giornalismo di qualità, mina la capacità di garantire una rappresentazione diversificata e critica delle dinamiche sociali, politiche ed economiche.
Un sistema mediatico impoverito è un sistema democratico indebolito.

La vicenda *La Stampa* non è solo una questione aziendale, ma un campanello d’allarme per l’intero settore dell’editoria e per la società civile.
È imperativo che le istituzioni, le forze politiche e l’opinione pubblica si mobilitino per difendere il ruolo dei media come pilastri fondamentali della democrazia, garantendo loro le condizioni necessarie per svolgere la loro funzione di informazione, analisi e controllo.

Il silenzio di oggi rischia di condannare il futuro dell’informazione di domani.
La tutela del patrimonio editoriale italiano è un dovere, non un’opzione.

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