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Ministro Salute: Piano pandemico, nuove regole per la Sanità ma con il coinvolgimento delle Regioni.

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La Conferenza delle Regioni ha bocciato la bozza del piano pandemico 2025-2029 elaborata dal ministero della Salute, che potrebbe rivelarsi una nuova fonte di conflittualità tra il dicastero e le regioni. Le critiche mosse dalla Commissione Salute sono spietate: “ridondante”, “assente la catena di comando” e quindi necessario un intervento profondo di revisione e ristrutturazione. Il ministero della Salute, però, non si è sminuito. Ha reagito con fermezza ma anche aprendo al dialogo e richiedendo un confronto immediato.Il piano pandemico in questione si inserisce nel quadro delle strategie di fronteggiamento delle emergenze sanitarie adottate dai governi in questi ultimi anni. E’ il caso del governo italiano, che con questo piano vuole dare una risposta complessiva e articolata al quesito della gestione degli eventuali futuri conflitti pandemici. L’intento è quello di prevenire il diffondersi di possibili epidemie in Italia attraverso un intervento diretto del governo.Il piano, tuttavia, non trova gli applausi delle regioni. Queste ultime infatti hanno espresso una netta contrarietà alla bozza. Il punto più critico è rappresentato dal fatto che il governo si prefigge di attribuire al ministero della Salute il ruolo di garante della strategia nazionale di gestione delle emergenze. Le regioni, dunque, temono un eccessivo potere del ministero che potrebbe comportare una riduzione dei loro diritti.Inoltre le regioni ritengono che la bozza manchi di precisione rispetto a moltissime questioni cruciali: da come gestire i vaccini fino al tema della loro produzione. Non si tratta solamente del fatto che il governo pretende, secondo le Regioni, di imporre un modello di attuazione e gestione delle politiche sanitarie che non tenga conto delle realtà territoriali.Il ministro della Salute, in risposta alle critiche mosse dalle regioni, si è espresso molto sereno e disposto al dialogo. Si tratta di un cambio di strategia significativo. Il governo italiano ha infatti capito che una gestione efficace delle emergenze sanitarie non può essere affidata solo alla burocrazia centrale ma richiede anche la partecipazione attiva degli enti territoriali.Il ministro della Salute, quindi, si è espresso in favore di un confronto sereno tra il governo e le regioni per condividere la gestione del piano pandemico. Si tratta comunque di una sorta di tregua armata poiché i dibattiti sulla questione non sono ancora finiti.D’altronde, è comprensibile che sia così. La storia dell’Italia, nel corso degli anni, ha mostrato come l’intento del governo di attribuire al ministero della Salute un potere rafforzato comporti sempre dei dissidi con le regioni. Nonostante questo, il tentativo di dialogo e confronto è stato accolto con favore da gran parte delle forze politiche presenti in Italia.Infine va aggiunto che le Regioni hanno espresso la disponibilità a prendere posizione sul documento del governo solo dopo essere state informate della bozza. Sarebbe quindi importante sapere di più sulla questione.

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