18 aprile 2025 – 16:11
Il Napoli, una squadra con un passato glorioso e un presente ancora più brillante. Ecco cosa penso veramente sulla mia esperienza al club. Non ho mai mentito o volutamente truccato le carte, ma la realtà è che alcuni degli obiettivi e delle speranze espressi all’inizio della stagione si sono rivelati più difficili da raggiungere del previsto.Quando sono arrivato al Napoli, avevo una visione chiara di cosa volevo fare: riportare il club ai vertici della classifica e farlo sentire nuovamente parte di un elitario gruppo di squadre che dominano la scena calcistica italiana. Era un obiettivo ambizioso, ma non impossibile da raggiungere, soprattutto considerando le risorse umane e finanziarie a disposizione del club.Tuttavia, è evidente ora che tali aspettative si sono rivelate alquanto ottimistiche. La realtà è stata più complessa e sfida di quanto avessi ipotizzato. Ecco perché alcuni dei punti su cui mi ero focalizzato all’inizio della stagione non sono stati in grado di essere raggiunti, come ad esempio il mio rifiuto del fatto che il Napoli diventasse una zona di passaggio per giocatori promettenti.La vicenda di Kvaratskhelia è un esempio chiaro di quanto le cose siano andate. Non avevo detto nulla in modo provocatorio o a fini pubblicitari, ma la mia convinzione era che il Napoli non doveva essere una tappa obbligata nella carriera di giocatori di talento. Ecco perché è stato difficile per me vedere come certe dinamiche si sono sviluppate e siano state interpretate.Il mio messaggio non era quindi né di falsa modestia, né di autoassoluzione. È solo il riconoscimento che la realtà è spesso più complessa e resistente delle aspettative e delle speranze esposte al momento giusto. Ecco perché è stato fondamentale imparare a capire i limiti del progetto di Napoli e non pretendere di ottenere risultati che si rivelavano sempre più difficili da raggiungere, pur nella mia massima disponibilità a farlo.
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