L’offerta di fusione tra Banco BPM e Unicredit entra nella fase critica, data l’imminenza dell’approvazione definitiva da parte delle autorità antitrust europee. Dal lunedì, i soci del primo istituto potranno aderire al piano di fusione con il grande gruppo milanese, ma secondo gli esperti attualmente non convergerebbe più vendere le proprie azioni sul mercato. L’offerta in questione prevede che per ogni azione di Banco BPM consegnata ai propri titolari (valutate a circa 9,74 euro la scorsa settimana sui listini borsistici), si ricevono 0,175 unità azionarie di Unicredit. Questo significa un valore teorico di quasi 50,87 euro per ogni quota UniCredit conseguita grazie all’adesione all’operazione. Tuttavia è importante notare che il prezzo del titolo Bpm in questi giorni ha risentito negativamente dell’incertezza sulle sorti della fusione progettata con Unicredit.La DG Competition si aspetta una risposta finale entro il 4 giugno e se non ci saranno obiezioni, la transazione dovrà essere conclusa in pochi mesi. L’istituto guidato da Andrea Orcel ha notificato al 24 aprile l’intenzione di procedere con la fusione progettata ai fini Antitrust europeo, ma per poter dare attuazione alla transazione dovrà essere autorizzato dal comitato di vigilanza bancaria.Sul piano dell’attesa della risposta delle Autorità si aggiunge quella del governo italiano, che ha manifestato in passato una certa riluttanza a lasciare andare Banco BPM ad Unicredit. Il capo del governo Draghi nel corso degli anni aveva espresso la volontà di mantenere il possesso pubblico sull’istituto bancario e, per ora almeno, sembrano esserci dei limiti all’accordo tra le due banche. La Banca d’Italia sarà inoltre chiamata a valutare l’impatto della fusione sul sistema creditizio italiano.È da sottolineare che l’opzione di vendere sul mercato rappresenta un’alternativa per i soci del gruppo Bancari, ma non risolve il problema fondamentale dell’incertezza. Infatti anche in questo caso non saranno sicuri di quanto riuscirà a ottenere la propria partecipazione azionaria, visto che anche Unicredit ha subito una forte svalutazione.Ecco perché potrebbe essere più prudente aspettare fino all’approvazione finale dell’accordo per fare una scelta definitiva.
- Pubblicità -
