La crisi siriana continua a destabilizzare la regione, coinvolgendo anche le comunità minoritarie come quella drusa. In un’operazione mirata, le forze israeliane hanno colpito un gruppo estremista che stava pianificando di attaccare gli abitanti della cittadina di As-Suwayda nella provincia di Damasco in Siria.La decisione di agire è stata presa con il sostegno esplicito del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e del ministro della Difesa Israel Katz, nonché dell’autorità militare superiore. Il messaggio che si voleva trasmettere al regime siriano era inequivocabile: “Israele attende che il governo di Damasco adotti misure per proteggere la popolazione drusa” è quanto affermano un comunicato congiunto dei due dirigenti israeliani.In questo contesto, Netanyahu e Katz hanno sottolineato l’impegno profondo e storico di Israele verso la comunità drusa, sia in patria che in Siria, basato su vincoli familiari e storici. La scelta di intraprendere questa azione è stata anche motivata da una dimensione simbolica: il Giorno della Memoria per i caduti delle guerre di Israele.Sono state ricordate le significative contribuzioni della comunità drusa alla sicurezza dello Stato d’Israele e la perdita dei suoi membri in difesa del Paese. Si è, quindi, ribadito l’impegno a tutelare sia gli abitanti di Israele che i loro parenti in Siria.Questo gesto non può essere considerato solo un atto di solidarietà, ma anche una misura per stabilire una sorta di equilibrio regionale. In uno scenario geopolitico altamente frammentato e fragile come quello siriano, è comprensibile che Israele si senta in dovere di proteggere i suoi alleati e le sue popolazioni interessate dal conflitto.Tuttavia, una questione resta aperta: se la reazione del regime siriano sarà sufficientemente decisa da evitare ulteriori danni alla comunità drusa.