La gestione del lupo in Italia è divenuta un tema sempre più pressante e complesso. Mentre l’Unione Europea ha emesso una normativa che svincola il controllo delle popolazioni di grandi predatori dalle risorse venatorie, il Parlamento Italiano ha declassato il lupo da specie a rischio, aprendo così la strada all’abbattimento del contingente. Tuttavia, ciò che appare più preoccupante è che l’Agenzia per la protezione dell’Ambiente e per i servizi tecnici (Ispra) abbia dato parere favorevole al controllo del lupo attraverso la riduzione della sua popolazione.È importante notare che il discorso intorno alla gestione del lupo è complesso e deve essere affrontato con attenzione. Alcune Regioni, tra cui la Valle d’Aosta, hanno già iniziato a prendere misure per affrontare questo problema, ma è fondamentale non perdere altro tempo. Questa situazione richiede un impegno coordinato e concertato tra i decisori politici e tecnici.Il presidente di Enalcaccia Valle d’Aosta, Diano Santo, ha espresso la sua preoccupazione attraverso una nota in cui si evidenziano le difficoltà che il settore venatorio sta sperimentando per quanto riguarda il controllo del lupo. I dati riportati nella bozza del Piano faunistico venatorio regionale mostrano un calo significativo delle popolazioni di cervi e caprioli: nel 2018 erano rispettivamente 2.629 e 6.771, mentre nel 2024 sono scesi a 1.461 e 2.952.Un aspetto particolarmente interessante è quanto accaduto per il capriolo in alcune aree della regione: benché l’Ispra abbia stabilito la soglia di presenza dei tre capi ogni cento ettari come limite oltre il quale sospenderne il prelievo per evitare la sopravvivenza, i dati del 2024 dimostrano che in molte aree è stato necessario sospendere nuovamente il prelievo a causa della non assenza di questa soglia. I cacciatori stanno subendo un’ulteriore pressione: se nel 2023 solo il 26% dei praticanti (328 appassionati) aveva avuto la possibilità di abbattere più di un capo, quest’anno è aumentato a 55%, con ben 629 non assegnatari. Inoltre, ci sono stati casi in cui alcuni appassionati non hanno potuto prelevare assolutamente nulla.La ricerca condotta nel Val di Susa per il Piano faunistico venatorio regionale ha evidenziato che un lupo adulto consuma circa 2,6 chili di carne al giorno, corrispondendo a circa 20 cervi ogni cento chilometri quadrati.
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