Un’ondata di calore intensa e persistente sta mettendo a dura prova la salute dei bagnanti nelle spiagge pugliesi, con un bilancio drammatico che si aggrava nelle ultime ventiquattro ore.
Cinque decessi, un numero allarmante, testimoniano la fragilità del corpo umano di fronte a un’estate torrida, che esacerba condizioni preesistenti e mette a rischio anche i più giovani.
La tragedia più recente si è verificata a Torre Inserraglio, marina di Nardò, dove un uomo di ottantuno anni, originario di Ruvo di Puglia, ha accusato un improvviso malore mentre si trovava in prossimità delle acque basse.
La prontezza dei presenti, l’intervento del bagnino di uno stabilimento vicino e i rapidi soccorsi del 118 non sono stati sufficienti a salvarlo.
L’evento solleva interrogativi sulla corretta gestione del rischio legato alle ondate di calore, che dovrebbero prevedere misure preventive più stringenti e una maggiore sensibilizzazione del pubblico.
Poco dopo, a Torre dell’Orso, marina di Melendugno, un turista croato di sessantanove anni ha perso la vita a causa di un arresto cardiaco mentre si immergeva.
La moglie, presente al momento dell’evento, ha lanciato l’allarme, ma i tentativi di rianimazione si sono rivelati infausti.
Questa seconda perdita, a distanza di poche ore dalla prima, intensifica la preoccupazione per la vulnerabilità degli anziani e delle persone con patologie cardiovascolari, particolarmente esposti agli effetti deleteri del caldo estremo.
Il contesto è aggravato da un precedente, pesante, di eventi simili verificatisi nella giornata precedente.
A Torre Lapillo, un uomo di settantanove anni è scomparso mentre nuotava; Pino Barletta, sessantanove anni, ha subito un malore fatale subito dopo essersi tuffato; e una giovane donna di diciannove anni, proveniente da Modena, ha accusato un malessere mentre faceva il bagno con i genitori.
Questo accumulo di tragedie non è un mero caso, ma piuttosto un campanello d’allarme che richiede un’analisi approfondita delle cause sottostanti.
Oltre al caldo intenso, è cruciale considerare altri fattori che possono contribuire a questi eventi, come la disidratazione, la pressione sanguigna, l’età, le condizioni fisiche preesistenti e, potenzialmente, la presenza di fattori ambientali come la qualità dell’acqua e la presenza di correnti.
La necessità di rafforzare la prevenzione, con campagne di sensibilizzazione mirate, la disponibilità di punti di idratazione lungo le spiagge e una maggiore presenza di personale sanitario qualificato, appare oggi più urgente che mai.
L’estate pugliese, da paradiso di vacanza, rischia di trasformarsi in una trappola mortale se non si intervengono con tempestività e determinazione.