La rivoluzione silenziosa del centro-sinistra anticonformista continua a imporsi in nuove frontiere geopolitiche. L’Australia si aggiunge alla lunga lista di nazioni che hanno espresso la loro preferenza per una leadership progressista, dopo il Canada che ha visto l’ascesa di un nuovo governo con sfumature marcatamente socialdemocratiche.La vittoria elettorale di Anthony Albanese, leader del Partito Laburista Australiano, non si limita a consolidare la propria posizione nella politica nazionale. Essa rappresenta un’apertura alle riforme strutturali, alla trasparenza amministrativa e al ripensamento dei rapporti internazionali. La candidatura di Albanese ha trovato un terreno fertile in una società australiana sempre più sensibile agli argomenti ambientalisti e sociale-ecologici.Peter Dutton, leader dell’opposizione e figura di spicco del Partito Liberal Australiano, è stato oggetto di aspre critiche durante la campagna elettorale per le sue presunte simpatie con l’ideologia trumpiana. Le associazioni all’amministrazione Trump degli Stati Uniti erano state inizialmente taciute, ma la stampa australiana ha rivelato alcuni colloqui privati che sembravano dare credito alla sua influenza e ai suoi consigli politici.L’episodio del collegamento con l’amministrazione Trump si è svolto nel contesto di una dissenzione internazionale sempre più aperta nei confronti delle scelte politiche degli Stati Uniti. Il Partito Laburista Australiano ha fatto propria la visione più critica della leadership americana, ribadendo l’importanza del multilateralismo e l’impegno per i trattati internazionali.