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Sconti a Bologna: commercianti contro Comune, scoppia la polemica

BOLOGNA, 23 GIUGNO – Un’ondata di sconti aggressivi, preannunciando i saldi estivi, sta scatenando un acceso scontro tra le associazioni di commercianti e l’amministrazione comunale di Bologna.
La vicenda ruota attorno all’evento “Fashion Brand Market”, attivo dal 21 giugno e programmato fino al 29 giugno, caratterizzato da sconti che oscillano tra il 70% e il 90%.

L’iniziativa, accessibile solo su prenotazione, ha sollevato forti contestazioni da parte degli operatori commerciali, che vedono compromessa la loro capacità di competere in un contesto già fragile.
Confesercenti, in prima linea nella protesta, ha formalmente richiesto l’intervento urgente dell’assessora al Commercio, Luisa Guidone, e del comandante della Polizia Locale, Romano Mignani.
La richiesta si fonda sulla percezione che l’evento, nella sua forma attuale, possa costituire una distorsione del mercato, creando un’ingiusta concorrenza a danno dei negozi tradizionali che rispettano le normative sui saldi.
La questione solleva interrogativi complessi che vanno al di là della semplice gestione di un evento commerciale.

Essa tocca temi cruciali come la tutela della concorrenza leale, la salvaguardia delle attività commerciali locali, e l’applicazione rigorosa delle normative che regolano le vendite promozionali.

I commercianti lamentano una sensazione di frustrazione e di ingiustizia, sostenendo che questa iniziativa mina il lavoro di anni di investimenti e di impegno.

L’irruzione di eventi di questo tipo, con sconti drasticamente inferiori a quelli previsti dai saldi ufficiali, rischia di erodere il valore percepito dei saldi stessi, sminuendo l’attesa e l’interesse dei consumatori.
Inoltre, potrebbe incentivare la nascita di altre iniziative simili, generando un effetto domino di sconti sempre più aggressivi e potenzialmente dannosi per l’intero tessuto commerciale cittadino.

L’intervento richiesto da Confesercenti mira a chiarire i limiti entro i quali un’iniziativa commerciale come “Fashion Brand Market” può operare, garantendo il rispetto delle normative vigenti e tutelando i diritti di tutti gli operatori.

Si auspica che l’amministrazione comunale, con la collaborazione della Polizia Locale, possa fare luce sulla legalità dell’evento e adottare misure volte a ristabilire un equilibrio nel mercato bolognese, assicurando un ambiente di concorrenza equo e sostenibile per il futuro.
La vicenda rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di una regolamentazione più stringente e di un controllo più efficace delle attività commerciali, al fine di preservare la vitalità e la diversità del commercio locale.

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