L’aula consiliare della Regione Liguria è stata teatro di un gesto simbolico carico di significato politico, compiuto da Gianni Pastorino, capogruppo della Lista Orlando-Linea Condivisa.
L’ingresso di Pastorino, con una bandiera palestinese indossata come un manto, ha immediatamente interrotto la consueta formalità delle procedure, sollevando una contestazione da parte del Presidente dell’Assemblea, Stefano Balleari, il quale ha fatto appello all’articolo 53 del regolamento consiliare, volto a salvaguardare la dignità e la correttezza delle sedute.
La replica di Pastorino ha articolato una difesa del suo atto, sottolineando che l’intento non era quello di creare disordine, ma di portare all’attenzione pubblica un’emergenza umanitaria di proporzioni inimmaginabili.
La rimozione forzata della bandiera, seguita da un breve gesto di protesta, ha amplificato il messaggio, trasformando un momento di contrasto formale in un atto di denuncia plateale.
Il gruppo consiliare di Lista Orlando-Linea Condivisa ha spiegato in una successiva dichiarazione che l’azione mirava a risvegliare le coscienze, a scuotere la Giunta regionale, la Presidenza del Consiglio e l’intero organo legislativo di fronte alla tragica realtà che si sta consumando a Gaza.
La descrizione, a tratti cruda e commovente, dipinge un quadro desolante: una popolazione decimata, esposta a una violenza indiscriminata, un assedio che colpisce primariamente i soggetti più vulnerabili – donne, bambini, anziani, persone affette da patologie – in una spirale di sofferenza che si traduce in morte per fame, sete, bombardamenti e, soprattutto, per un silenzio assordante e complice da parte della comunità internazionale.
Pastorino ha denunciato l’inazione dell’Europa e dell’Occidente, bollendo come “genocidio” la situazione in atto, un crimine che il mondo osserva con indifferenza, voltando lo sguardo.
La gravità della situazione, secondo il capogruppo, richiede un cambio radicale di paradigma, abbandonando ambiguità e compromessi, per abbracciare una posizione di netta condanna.
In segno di protesta e di coerente impegno morale, Pastorino ha presentato un ordine del giorno che impegna la Regione Liguria a sospendere immediatamente qualsiasi forma di collaborazione istituzionale, promozionale o economica con il governo israeliano in carica, alla luce delle reiterate e gravi violazioni del diritto internazionale e alla luce delle preoccupanti evidenze che indicano un rischio concreto di genocidio, come riconosciuto dalla Corte Internazionale di Giustizia.
L’azione si configura quindi non come un semplice gesto simbolico, ma come un atto politico concreto volto a imprimere alla Regione Liguria una posizione di forte impegno a favore della giustizia e della tutela dei diritti umani, in un momento storico che richiede scelte coraggiose e responsabili.