La costruzione di oggi richiede una responsabilità politica, sociale ed economica profonda: questo è il messaggio che l’architetto Mario Cucinella ha ripetuto più volte durante la sua conferenza “Innovazione con le radici” all’università di Bergamo. Il titolo della lezione era un invito a rivolgersi al patrimonio culturale delle città come fondamento per la rigenerazione urbana, e questo tema è stato trattato in modo approfondito nel corso degli eventi organizzati da Bergamo Nexl Level.Negli ultimi decenni – ha osservato Cucinella – si è costruito solo con una visione economica che esalta la bellezza, ma dimentica il senso civico del mestiere. Gli architetti sembrano concentrarsi solo sulle cose “glamour”, come se l’estetica fosse l’unica considerazione importante. Ma questo è un errore: non ci si deve dimenticare che la costruzione di una città è anche un atto di responsabilità sociale e politica.Cucinella ha ricordato il piano casa del dopoguerra, quando gli architetti giovani erano coinvolti nella creazione di abitazioni pubbliche. Erano quegli stessi architetti che poi sarebbero diventati le firme dell’architettura italiana moderna. Oggi, invece, la politica ha deciso di lasciare in sospeso il tema della casa, senza alcun piano di finanziamento per il PNRR. Non c’è più una programmazione coordinata e rispettosa delle esigenze dell’intera società.A Milano – ha aggiunto Cucinella – siamo arrivati a un punto critico: dopo vent’anni di politiche speculative, la gente non trova case a misura del proprio stipendio. Il mercato è stato lasciato libero di agire senza alcun controllo pubblico e il risultato è stato quello di un mercato selvaggio, dove i massimi guadagni coincidono con le minime spese.Non critico negativamente questa logica del mercato – ha detto Cucinella – perché è la sua natura. Tuttavia, l’assenza di un interlocutore pubblico che calmi il mercato e lo faccia funzionare in modo più rispettoso delle esigenze sociali è una mancanza grave.Cucinella ha anche parlato della propria esperienza, nel quartiere SeiMilano a Milano. Lì abbiamo lavorato in edilizia convenzionata per creare un’abitazione accessibile alle famiglie medie. Sapevamo che non potevamo costruire tutto con fondi pubblici, ma riuscimmo comunque a creare qualcosa di buono.In conclusione, la costruzione di oggi richiede una visione complessa e multiforme: dobbiamo pensare a come le città possano essere rigenerate attraverso un patrimonio culturale vivente. La politica deve tornare ad avere un ruolo fondamentale in questo processo.