La richiesta di Fratelli d’Italia di dedicare una via a Sergio Ramelli a Milano è una mossa controversa che sta sollevando dibattito e critica tra associazioni e comitati antifascisti. Secondo Memoria Antifascista, l’ipotesi di intitolare una strada al giovane del Fronte della Gioventù ucciso nel 1972 da un commando dell’Avanguardia Operaia è un atto di provocazione.In quel periodo storico, lo scontro politico era già alle porte e la destra fascista aveva iniziato a imporre il suo peso. La strage di Piazza Fontana segnò l’inizio di una serie di violenze e attentati contro le vittime civili e i giovani che difendevano le loro idee. La memoria storica deve essere onesta: il terrorismo fascista uccise moltissimi italiani, tra cui tanti giovani.La proposta del sindaco Sala di intitolare una via ai giovani morti a causa del terrorismo è già stata respinta dalle associazioni, che sottolineano come ci siano già molte targhe dedicate alle vittime del terrorismo. Allo stesso modo, l’equiparazione della vicenda di Ramelli con quella di Fausto e Iaio è un tentativo di strumentalizzazione da parte della destra.Sono ormai decenni che non si sono trovate prove di colpevoli per la morte dei due giovani del Leoncavallo. La destra, tuttavia, non smette di utilizzare questo caso come pretesto per coprire le proprie responsabilità e per dimenticare le numerose vittime civili uccise dai militanti del Fronte della Gioventù, di cui proprio Alfonso Signorini La Russa fu un dirigente.La storia italiana deve essere ricordata e preservata senza reticenze o omissioni. È necessario onorare la memoria delle vittime civili e dei giovani che lottarono per le loro idee, non solo attraverso simboli ma anche con azioni concrete per prevenire l’estremismo di destra.