La recente delibera dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), presieduta da Stefano Besseghini, getta ombre sulla gestione delle risorse idriche e la relativa tariffazione nel territorio della Provincia di Imperia, affidata al gestore Rivieracqua S.
p.
A.
Lungi dall’approvazione incondizionata del piano tariffario proposto, la delibera impone significative limitazioni, rivelando un’analisi approfondita che evidenzia criticità strutturali e potenziali danni per migliaia di utenti del Ponente ligure.
Un elemento centrale della delibera impone la sospensione dell’aggiornamento tariffario per il biennio 2020-2021, accompagnata dall’azzeramento di una quota significativa di conguagli precedentemente differiti al 2029, per un importo di 3.
955.
271 euro.
Parallelamente, Arera ordina la valorizzazione a beneficio degli utenti di un recupero di 2.
294.
666 euro, un segnale di un’impostazione complessiva volta a mitigare gli effetti di precedenti scelte tariffarie considerate problematiche.
La decisione dell’Autorità, supportata da un dettagliato dossier tecnico, si focalizza in particolare sulla gestione delle tariffe idriche, l’applicazione retroattiva delle fatture relative al biennio 2022-2023 e, soprattutto, la carenza di trasparenza nell’informazione fornita agli utenti.
Arera avverte esplicitamente che ogni tentativo di recupero retroattivo potrà innescare contenziosi legali, raccomandando a Rivieracqua la massima prudenza nell’invio di fatture relative a periodi passati, specialmente in situazioni in cui i cambiamenti di gestione e le nuove condizioni economiche non siano stati comunicati in modo corretto.
Al centro delle preoccupazioni di Arera vi è l’adozione unilaterale, da parte dell’Ente di Governo d’Ambito Ovest Imperiese (Ega), di un nuovo schema tariffario, escludendo il coinvolgimento del gestore Rivieracqua.
Questa procedura, insieme all’applicazione retroattiva dei conguagli per il biennio 2022-2023, è stata giudicata non legittima e in contrasto con il Metodo Tariffario Idrico vigente (MTI-3).
La mancanza di deliberazioni chiare e coerenti con il MTI-3 solleva il rischio concreto di danni economici per la collettività.
L’ispezione tecnica allegata alla delibera evidenzia inoltre criticità nella definizione del Piano Economico-Finanziario di Rivieracqua.
Il piano, a quanto pare, non è stato adeguato in modo coerente con il cronoprogramma delle opere e i reali investimenti sostenuti, con alcune voci di costo che appaiono sproporzionate rispetto alla documentazione contabile presentata.
Questo quadro complessivo suggerisce una gestione finanziaria che necessita di una revisione accurata e di una maggiore trasparenza per garantire la tutela dei diritti degli utenti e la sostenibilità del servizio idrico integrato.
L’Autorità di Regolazione si pone quindi come garante di un sistema più equo e trasparente, imposto dalla normativa vigente.