lunedì 28 Luglio 2025
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Profanazione a San Giusto: Scomparso il Sacramento, Appello alla Redenzione

Un atto di profanazione ha scosso la comunità parrocchiale di San Giusto a Prato, gettando un’ombra di sgomento e interrogativi profondi.
Ieri pomeriggio, il sacerdote don Helmut Szeliga ha scoperto un sacrilegio inaudito: il tabernacolo, custode del Sacramento più sacro, era stato aperto e una pisside contenente venti ostie consacrate era stata asportata.
A rimanere intatta, all’interno, era solo l’ostia grande, destinata all’esposizione del Santissimo, mentre il vaso sacro, simbolo di devozione e accoglienza, è scomparso.

L’evento, qualificato immediatamente come un’offesa gravissima alla fede e alla sacralità del luogo, ha mobilitato il parroco e alcuni fedeli che hanno immediatamente iniziato una ricerca disperata nei dintorni della chiesa, nella speranza vana di ritrovare le ostie, temendo una loro profanazione.
La notizia si è rapidamente diffusa, raggiungendo il vescovo Giovanni Nerbini, che ha espresso il suo dolore e la sua preoccupazione, e culminando nella denuncia formale ai Carabinieri.

L’assenza di segni di effrazione al tabernacolo suggerisce che il ladro fosse in possesso della chiave, sollevando interrogativi sulla sua conoscenza del luogo e, potenzialmente, sulle possibili responsabilità interne.

La pisside, pur non possedendo un valore economico significativo, era preziosa per il suo significato simbolico, l’oro interno a rimarcare la sacralità delle ostie che accoglieva.
La scelta del parroco di mantenere la pieve aperta, dalle prime ore del mattino fino al tardo pomeriggio, riflette un profondo desiderio di accoglienza e di offrire uno spazio di raccoglimento e preghiera a tutti.
Questa politica di apertura, protratta per dieci anni senza mai aver subito eventi simili, contrasta amaramente con la gravità dell’atto commesso, percepito come una profanazione del bene più prezioso della comunità.
La risposta da parte dei fedeli, anche di coloro che raramente frequentano la chiesa, testimonia l’impatto emotivo e spirituale del sacrilegio.
Questa sera, alle ore 19, la comunità si riunirà in una solenne preghiera di riparazione, un gesto di fede e di speranza in un momento di profonda sofferenza.
Nonostante l’accaduto, la decisione di non modificare le abitudini di apertura rimane ferma, ma la necessità di tutelare l’Eucarestia impone una riflessione collettiva e l’adozione di misure di sicurezza più adeguate.
In un gesto di speranza e di fiducia, don Helmut Szeliga lancia un appello disperato: chiunque sia a conoscenza del luogo in cui si trovano le ostie consacrate è invitato a restituirle, non solo a nome della parrocchia, ma per il bene dell’intera comunità e per la serenità delle proprie coscienze.
Un’invito all’umanità e alla redenzione, in un momento di profondo dolore spirituale.

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