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giovedì, 15 Maggio 2025
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Riciclaggio finanziario: sequestrati 5 milioni di euro, tra cui un dipinto di Goya

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Sono state sequestrate beni per 5 milioni di euro tra i quali un dipinto attribuibile a Francisco Goya in seguito a 7 misure cautelari emesse dal Tribunale di Roma nel corso delle indagini sul riciclaggio finanziario. Il blitz è stato eseguito dal Nucleo speciale polizia valutaria della Gdf e dalla Squadra mobile di Roma con l’obiettivo di fermare la complessa macchina del reimpiego di proventi illeciti.I protagonisti principali sono due consulenti finanziari che si occupavano delle numerose trasformazioni societarie strumentali al fine di occultare i proventi illeciti e ricrearli in attività legittime. Inoltre c’è un imprenditore e immobiliarista romano, capo della complessa architettura societaria che consentiva l’accumulo e l’occultamento negli anni di un ingente patrimonio immobiliare attraverso interposizioni fittizie e schermi societari.Ai domiciliari sono stati condannati anche un imprenditore edile albanese che aveva investito i capitali illeciti nell’economia legale, un consulente aziendale attivo a Roma e in provincia di Frosinone che fungeva da canale per la costituzione del denaro contante, un uomo romano che agevolava l’accesso alle società dell’organizzazione con linee di credito coperte da garanzia pubblica e infine un manager milanese che curava gli aspetti economici finanziari e gestionali delle società strumentali al programma criminoso.Le indagini, condotte dalla procura di Roma, hanno riscontrato l’esistenza di una complessa organizzazione criminale attiva in Italia con ramificazioni estere. La macchina del reimpiego è stata fatta funzionare attraverso la costituzione di società strumentali a scopi di riciclaggio finanziario, occultamento dei proventi e creazione di patrimoni illeciti.Gli investigatori hanno identificato diverse figure chiave che hanno lavorato per realizzare questo obiettivo tra cui i due consulenti finanziari. La strategia utilizzata era quella dell’interposizione fittizia attraverso prestanome e schermi societari, permettendo l’accumulo e l’occultamento di ingentisi patrimoni immobiliare.La complessa organizzazione criminale è stata identificata come attiva in Italia con ramificazioni estere. Le indagini hanno rivelato che il reimpiego dei proventi illeciti avveniva attraverso la costituzione di società strumentali a scopi di riciclaggio finanziario, occultamento dei proventi e creazione di patrimoni illeciti.I due consulenti finanziari si occupavano delle trasformazioni societarie necessarie per occultare i proventi illegali. Questa attività era stata condotta su delega della procura di Roma.

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