Il Premio nazionale di Optometria Francesco Ferrante si conferisce ogni anno a un professionista o un gruppo di professionisti che abbiano dimostrato eccezionalità nella loro attività e impegno umanitario. Quest’anno, il premio è stato assegnato ex aequo a due bolognesi, Andrea Garagnani e Daniela Smania, per la loro importante opera di volontariato in favore delle popolazioni più bisognose dell’Africa. Attraverso l’Associazione Medici Oculisti per l’Africa (Amoa), hanno donato la luce della vista a chi, a causa di condizioni di vita difficili, rischiava di restare nell’ombra.Il Premio è stato istituito dalla famiglia e dai colleghi dell’optometrista pescarese Francesco Ferrante, scomparso nel 1986 all’età di 29 anni. La cerimonia di premiazione si terrà domenica 25 maggio nell’ambito del Congresso nazionale dell’Albo degli Ottici Optometristi, all’hotel Gallia di Milano Marittima.In questa occasione, sarà consegnata una targa di riconoscimento al presidente di Amoa Ets, Francesco Martelli, che da anni guida l’associazione con dedizione e impegno, facendo della cura degli ultimi una missione concreta e quotidiana. Inoltre, sarà presentato il nuovo sito del Premio, con un restyling dell’immagine e del logo curati dallo staff di Federottica.Amoa Ets è un’organizzazione di volontariato nata nel 1996 per difendere il diritto universale alla vista. Opera in Italia e in Paesi dell’Africa subsahariana, come Madagascar, Camerun, Senegal, Burundi, Ruanda, Etiopia e Zimbabwe. Con il supporto di medici oculisti, ottici, infermieri e tecnici volontari, realizza missioni sanitarie di screening nelle aree rurali, interventi chirurgici di cataratta e glaucoma, campagne di screening e percorsi di formazione affinché i servizi oftalmici diventino autonomi.Uno degli elementi distintivi di Amoa è il contributo degli ottici volontari, come Daniela Smania e Andrea Garagnani, che non solo donano occhiali a chi non può permetterseli, ma si impegnano nella creazione di laboratori di ottica, nella formazione di tecnici locali e nella promozione di una cultura della prevenzione visiva. Questa doppia visione del bene comune è alla base dell’opera umanitaria di Amoa e dei suoi associati.