Il 29 aprile scorso, il silenzio è stato rotto: Alberto Trentini, detenuto in un carcere della capitale venezuelana, ha infine potuto rivolgere una parola ai suoi cari dopo mesi di incertezza e angoscia. La famiglia del cooperante italiano, determinata a lottare per la sua liberazione, non si è mai arresa malgrado le difficoltà e i dubbi sorti durante il suo arresto avvenuto lo scorso novembre.La notizia dell’incontro tra Alberto Trentini e i suoi familiari ha suscitato emozioni intense in tutta Italia. La rete di sostegno che si è formata intorno alla sua figura, con l’obiettivo di sensibilizzare pubblicamente sulla questione della sua detenzione e sulle accuse a lui mosse, sembra infatti non aver mai perduto la speranza.Tuttavia, il tentativo della famiglia Trentini di riavvicinarsi al cooperante arrestato è stato possibile grazie all’aiuto delle autorità italiane e dei diplomatici del Paese. “Si tratta di un passo positivo ma c’è ancora molto lavoro da fare”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, a margine della riunione con i capigruppo alla Camera.La storia di Alberto Trentini è diventata negli ultimi tempi un caso emblematico per la comunità internazionale. Il cooperante italiano era stato arrestato il 9 novembre scorso a Caracas mentre cercava di lasciare il Venezuela, accusato del reato di terrorismo.In questo contesto complesso ed emotivo, l’incontro tra Alberto Trentini e i suoi familiari è stato un momento importante per tutti coloro che hanno seguito con grande attenzione gli sviluppi della vicenda. Per la famiglia del cooperante in particolare, il ritorno alla speranza può essere definito come un fatto di primaria importanza.