lunedì 28 Luglio 2025
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Sardegna: Oltre lo stereotipo, uno sguardo fotografico innovativo.

L’immagine della Sardegna, nel racconto fotografico del passato, si è spesso cristallizzata in un’equazione semplicistica: un Eden incontaminato coesistente con un paesaggio segnato da emarginazione e precarietà sociale.

Questa polarizzazione, amplificata da reportage iconici, ha contribuito a plasmare un immaginario collettivo che, seppur affascinante, rischiava di ridurre l’isola a stereotipo.

La mostra “Isole minori.
Note sul fotografico dal 1990 ad oggi”, distribuita tra il MAN di Nuoro e la Galleria comunale d’arte di Cagliari, segna una cesura significativa in questa narrazione.

L’esposizione, curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, con il coordinamento di Elisabetta Masala, propone una rilettura profonda e complessa dell’identità sarda, evitando la trappola di rappresentazioni superficiali e orientandosi verso una comprensione più articolata delle sue dinamiche culturali e sociali.
Si tratta di un’indagine che colloca la Sardegna non solo nel contesto geografico dell’area mediterranea, ma soprattutto in quello di un’identità culturale vibrante e in continua evoluzione.
La mostra attinge a un corpus di lavori di sedici autori, italiani e stranieri, che, a partire dagli anni Novanta, hanno saputo cogliere la ricchezza e le contraddizioni dell’isola con uno sguardo nuovo.

L’omaggio iniziale a figure come Mimmo Jodice, con la sua riflessione sulla memoria mediterranea impressa nel paesaggio costiero, Bernard Plossu e i suoi vagabondaggi poetici, Ralph Gibson e la sua ironia sul corpo, e Massimo Vitali e la sua testimonianza sulla crescente presenza del turismo, stabilisce un ponte con il passato, riconoscendone il valore documentaristico, ma aprendo la strada a nuove interpretazioni.
La mostra si articola in sezioni monografiche che esplorano diverse tematiche.
Si riflette sulla persistenza di tradizioni arcaiche, come le maschere rituali, non come reliquie di un passato immutabile, ma come espressioni in continua trasformazione, capaci di interrogare l’identità e la coscienza collettiva.
Si analizzano i segnali di un’attesa, a volte disillusa, di riscatto sociale ed economico, incarnata, ad esempio, nelle architetture incompiute del summit mancato della Maddalena.
Si esamina il rapporto complesso tra passato e presente, attraverso la rilettura di monumenti come quello dedicato a Garibaldi a Caprera, che simboleggia le aspirazioni di unificazione nazionale e il peso del colonialismo.

Un fil rouge che attraversa l’intera esposizione è l’attenzione alle pratiche partecipative e all’interazione tra arte e comunità, che si manifestano in progetti volti a promuovere nuove forme di cittadinanza e a dare voce a realtà marginali.
Autori come Jacopo Benassi e Lorenzo Vitturi, attraverso i loro interventi in contesti specifici, affrontano il tema dell’isolamento con un approccio concettuale e partecipativo.
La sezione della Galleria comunale di Cagliari, dedicata a quattro artisti accomunati dall’interesse per il rapporto tra fotografia e letteratura, approfondisce ulteriormente le connessioni tra le arti, rileggendo la realtà sarda attraverso le lenti dei racconti di Sergio Atzeni, Pasolini e David Herbert Lawrence, aprendo ulteriori prospettive interpretative.
La mostra, nel suo insieme, rappresenta un’occasione unica per decostruire gli stereotipi e per abbracciare la complessità dell’identità sarda, attraverso uno sguardo fotografico innovativo e consapevole.

Si tratta di un’indagine che invita a riflettere non solo sul passato e sul presente dell’isola, ma anche sulle sfide e le opportunità che la attendono nel futuro.

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