Era una giornata calda e soleggiata, con il sole che batteva forte sulla strada tra Bisceglie e Trani, quando l’appuntato scelto qualifica speciale Francesco Marcone si trovò faccia a faccia con la tragedia. Il carabiniere, 50 anni di esperienza alle spalle e un’immagine di onore e rispetto nella città, era in auto con sua moglie, tornando da una gita domenicale, quando vide il ragazzo. Era un giovane di meno che trent’anni, con gli occhi spenti e la mente perduta nel vuoto. Voleva farla finita, si disse Marcone, ricordandosi della parola “dissuasione” insegnata durante il corso di formazione al commissariato.Marcone frenò l’auto e raggiunse il ragazzo in pochi secondi. Gli si avvicinò con la calma e la dolcezza, cercando di capire cosa lo spingesse a quella scelta. Il giovane gli raccontò della fine del suo amore, della delusione e dell’abisso che lo aveva travolto. Marcone ascoltò, sentendo il peso della sofferenza e la profondità della disperazione. Non disse una parola, non fece un gesto di condanna o giudizio. Ascoltò, invece, cercando di comprendere l’anima di quel ragazzo.Era come se fosse stato lui a dover salvarsi dalla morte, Marcone si disse, sentendo crescere la determinazione. Si avvicinò ulteriormente al giovane, che lo guardava con gli occhi vuoti, e cercò di dissuaderlo ancora una volta. Questa volta però era diverso, non c’era più solo il carabiniere a parlare, ma anche la sua esperienza, la sua empatia e il suo amore per l’uomo che stava per morire.Il giovane ascoltò, Marcone vide il riflesso della luce del sole sulla superficie delle lacrime. La scena si bloccò nel tempo, come se il mondo avesse rallentato il proprio ritmo. E fu in quel momento che il carabiniere riuscì ad afferrare la mano del ragazzo e a trattenerla, immobilizzandolo e salvandolo.La strada continuava a essere deserta e silenziosa, ma c’era un grido di gioia nella mente del carabiniere. Era come se fosse stato lui stesso il giovane a salvarsi dalla morte. Marcone pensò anche ai suoi figli, alla moglie che lo aspettava con ansia, e alla città che lo stava apprezzando per tanto tempo.Il ragazzo fu poi soccorso dai paramedici del 118, che lo portarono in ospedale a Barletta. Il carabiniere scese dalla sua auto ed entrò nel veicolo dei sanitari per ringraziarli e dire loro di continuare a dare l’assistenza al ragazzo e ai suoi parenti.Era stata una giornata calda, ma non solo il caldo aveva scaldata la strada tra Bisceglie e Trani. Era stato un gesto di amore incondizionato a cambiare le cose. Un amore che non si era fermato neanche quando l’adrenalina non c’era più, ma continuava a pulsare forte nel cuore del carabiniere.