La presenza a Bruxelles non è un mero adempimento burocratico, ma un atto di responsabilità, un imperativo morale per chi, come la Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, ha il compito di rappresentare una comunità intera.
Un gesto che trascende le comunicazioni ufficiali e i canali diplomatici convenzionali, poiché la difesa degli interessi di un popolo richiede un confronto diretto, un dialogo faccia a faccia con i decisori politici.
Accompagnata dall’Assessora ai Trasporti Barbara Manca, la Presidente ha affrontato il Commissario Europeo Apostolos Tzitzikostas, in un incontro cruciale per il futuro della Sardegna.
L’incontro, descritto dalla Regione come “molto positivo”, ha attinto alla conoscenza pregressa del Commissario, ex governatore greco, che ne comprende le specificità e le sfide intrinseche alla realtà insulare.
Si tratta di una consapevolezza profonda, che va oltre i dati statistici e le proiezioni economiche, cogliendo la fragilità esistenziale di un territorio isolato, costretto a lottare per un diritto fondamentale: la mobilità.
La Sardegna, isola circondata dal mare, si trova ad affrontare una situazione paradossale.
Nonostante la sua posizione geografica, rischia di essere relegata ai margini, considerata un’anomalia da correggere, una parentesi a piè di pagina all’interno di un quadro normativo europeo.
Questa condizione genera disagi e frustrazioni, negando alla comunità sarda la possibilità di una vita pienamente realizzata.
La Presidente Todde e l’Assessora Manca hanno presentato al Commissario una diagnosi impietosa del sistema attuale di continuità territoriale.
Un modello che rivela intrinseche debolezze, impedendo alle compagnie aeree di pianificare in modo efficace, lasciando la Sardegna esposta a interruzioni improvvise e crisi inattese.
Un sistema che, oltretutto, garantisce la connessione aerea solo per alcuni mesi dell’anno, limitando drasticamente le opportunità di sviluppo economico e sociale.
La richiesta avanzata non è una supplica per agevolazioni o deroghe.
Non si tratta di sollecitare soluzioni di comodo o di invocare la violazione di principi consolidati.
Si chiede, invece, un’equa revisione delle regole, una loro applicazione coerente e affidabile, che tenga conto delle peculiarità del territorio insulare.
Si pretende, in sostanza, di essere inclusi, non esclusi, riconosciuti, non ignorati.
Il diritto alla mobilità non è un semplice privilegio, ma una condizione imprescindibile per la dignità umana, per la possibilità di costruire un futuro prospero e sostenibile.
Garantire questo diritto a ogni cittadino sardo, senza eccezioni, significa affermare un principio fondamentale: il diritto di vivere pienamente nella propria terra, di sentirsi parte integrante di una comunità europea che rispetta le diversità e promuove l’equità.
Si tratta di un atto di giustizia, un investimento nel futuro, un impegno a non lasciare indietro nessuno.