Il comparto delle costruzioni in Sardegna si appresta a navigare in acque meno agitate, ma significative, dopo un periodo di crescita artificiale.
Il rapporto annuale di CNA Costruzioni delinea uno scenario che segna il passaggio da una fase di eccezionale espansione, trainata in primis dagli incentivi del Superbonus, a una realtà più complessa, caratterizzata da un rallentamento che si concretizzerà in un vero e proprio calo nel 2025.
Il volume d’affari, dopo un anno di transizione nel 2024, si attesta a 7,8 miliardi di euro, con una contrazione degli investimenti pari al -2%.
Un dato che riflette la brusca frenata dei settori residenziale (-13,1%) e non residenziale privato (-6,6%), comparti che avevano beneficiato ampiamente delle agevolazioni fiscali ora in esaurimento.
L’unico settore a registrare una performance positiva è quello immobiliare (+5,4%), sebbene mitigato da una drastica riduzione dei bandi di gara, diminuiti del 48% in termini di valore.
Un elemento cruciale per l’ancoraggio del settore alla realtà è rappresentato dalla crescita del 20% delle opere pubbliche, unita alla resilienza del sistema dell’offerta, che non ha subito un significativo ridimensionamento del numero di imprese (-80).
Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela una distribuzione disomogenea degli appalti: le imprese sarde incassano solo il 17% del valore dei lavori pubblici superiori al milione di euro nell’ultimo quadriennio, evidenziando una questione di equità territoriale che necessita di interventi correttivi.
Le previsioni per il 2025 delineano un mercato da 7,4 miliardi di euro, con una contrazione reale del 4,5% e un ulteriore calo degli investimenti del 5,9%.
La tenuta delle opere pubbliche (+0,1%) e la manutenzione ordinaria (+1,2%) fungono da argine alla caduta, ma non sono sufficienti a compensare la significativa contrazione del residenziale (-11,4%) e del non residenziale (-3,7%).
Come sottolineano Francesco Porcu e Mauro Zanda, segretario regionale CNA e presidente della Federazione delle Costruzioni, si è passati da una fase straordinaria a una condizione più cauta, dove la gestione del credito vincolato e il ruolo delle opere pubbliche diventano determinanti.
Il futuro del settore dipende ora da una politica pubblica lungimirante, capace di riordinare gli incentivi fiscali in linea con la direttiva europea delle case green e di ottimizzare le strutture amministrative regionali.
È fondamentale promuovere la qualificazione del sistema dell’offerta, stimolare l’aggregazione tra le imprese e, soprattutto, investire in capitale umano, competenze e formazione professionale.
Un approccio strategico, volto a rafforzare la competitività e la sostenibilità del settore, è la chiave per affrontare le sfide del futuro e garantire una crescita equilibrata e duratura.
La capacità di adattamento e l’innovazione saranno i fattori trainanti per superare questa fase di transizione e valorizzare il ruolo strategico del comparto delle costruzioni nell’economia sarda.