lunedì 28 Luglio 2025
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Crisi Sider Alloys: Portovesme in mobilitazione, futuro incerto.

La crisi di Sider Alloys, storico polo produttivo dell’alluminio primario di Portovesme (Sulcis, Sardegna), si trascina in un vortice di incertezze, alimentando una mobilitazione sindacale che si preannuncia intensa e prolungata.
Lungi dall’attenuarsi, la vertenza si fa sempre più pressante, con una prospettiva di escalation delle proteste qualora non si delinei un cambio di rotta significativo.
L’acquisizione dello stabilimento da parte di Sider Alloys nel 2018, a seguito della dismissione da parte di Alcoa, era stata presentata con promesse di rilancio e ingenti investimenti, che si sono rivelate, finora, disattese.

La situazione attuale è caratterizzata da un accumulo di debiti verso i fornitori, ritardi sistematici nel pagamento degli stipendi e una generale percezione di inaffidabilità da parte della gestione aziendale.

Questo scenario sta generando profonde ripercussioni sulla vita dei lavoratori e sulle comunità locali, che dipendono fortemente dalla sopravvivenza del sito produttivo.

I segretari di Fiom, Fsm e Ulm, Roberto Forresu, Giuseppe Masala e Renato Tocco, hanno espresso inequivocabili richieste di immediata convocazione di un tavolo di confronto a livello nazionale, con la finalità di esplorare soluzioni alternative e realistiche per il futuro dell’azienda.

La protesta sindacale non si limita a una mera rivendicazione salariale, ma si pone come una denuncia più ampia di un modello industriale insostenibile e di una governance aziendale inadeguata.

Un punto cruciale della vertenza riguarda il ruolo delle banche, accusate di cofinanziare un’azienda in grave difficoltà e di perpetrare una situazione di stallo.
I sindacati ritengono che un intervento deciso da parte del governo sia imprescindibile per sbloccare la situazione e attrarre nuovi investitori capaci di completare il tanto atteso revamping dello smelter, il cuore pulsante della produzione.
La partecipazione di Invitalia, con una quota del 20% del capitale sociale, conferisce al governo un ruolo attivo e una responsabilità diretta nella gestione della crisi.
L’iniziativa sindacale, già in atto dal 2025, ha coinvolto ripetute sollecitazioni al Ministro Urso e all’esecutivo, evidenziando la necessità di un approccio strategico e di una visione a lungo termine per il rilancio del sito produttivo.
Le prossime azioni di protesta, che i sindacati stanno valutando attentamente, mireranno a sensibilizzare l’opinione pubblica e a esercitare una pressione significativa sulle istituzioni, al fine di ottenere risposte concrete e di evitare una dismissione definitiva del patrimonio industriale e umano di Portovesme.

La speranza è che un’azione decisa possa risvegliare il governo e sollecitare interventi risolutivi, garantendo un futuro sostenibile per i lavoratori e per l’intera comunità.

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