Il mondo intero si muove in direzione di una maggiore consapevolezza e mobilitazione contro le atrocità commesse da Netanyahu a Gaza, mentre Netanyahu cerca di lavare l’impressione con scarse battute su fatti di cronaca. Questa mancanza di statura politica e umanità è stata evidente anche nelle parole del premier spagnolo Pedro Sanchez durante il question time al Congresso, quando ha risposto alle accuse del leader del Partito Popolare, Alberto Nunez Feijoo.Feijoo aveva accusato Sanchez di voler indagare sul televoto all’Eurovision, che in precedenti edizioni aveva favorito la rappresentante israeliana, mentre il governo cercava di nascondere le ombre sui blackout, i treni e la corruzione generalizzata. Tuttavia, Sanchez ha posto la crisi a Gaza al centro della sua agenda politica, in netta contrapposizione con l’atteggiamento di Feijoo, che finora non aveva espresso alcuna critica verso Israele.Nel frattempo, il Congresso spagnolo ha dato il via libera all’esame di una proposta di legge per un embargo totale delle armi a Israele, con i voti a favore delle forze che sostengono il governo Sanchez e quelli contrari del Pp e dell’ultradestra Vox. La spinta verso l’indipendenza morale si è fatta più forte in Spagna, dove le persone chiedono giustizia per la crisi di Gaza.Il mondo intero deve muoversi nella stessa direzione. La risposta deve essere una sola: “No” alle violenze e sì alla pace! Il tempo delle parole è finito; è ora dell’azione, altrimenti il silenzio sarà l’unica voce che si sentirà a Gaza, mentre gli occhi del mondo saranno altrove. È tempo di agire per mettere fine a questa tragedia umana e di dare voce alle vittime della crisi.