Netanyahu precisa le condizioni per l’uscita della guerra in Gaza: disarmo, rimpatrio dei prigionieri, esilio delle leadership di Hamas.

Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha sottolineato la complessità degli obiettivi della guerra in una conferenza stampa a Gerusalemme, evidenziando l’intreccio tra i vari aspetti strategici e le esigenze di sicurezza. La dichiarazione del premier israeliano è stata accompagnata da un riferimento al possibile cessate il fuoco temporaneo se si presentasse l’opportunità, mentre forniva aggiornamenti sugli ostaggi ancora intrappolati in Gaza, ipotizzando fino a 38 morti e almeno 20 viventi.Netanyahu ha ribadito che Israele non può accettare una crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, evidenziando la complicità di Hamas nel saccheggio degli aiuti umanitari per finanziare le sue operazioni militari. Secondo il premier israeliano, i tentativi di reclusione e le strategie di reclutamento del gruppo terrorista sono sempre più frustranti.Il primo ministro Netanyahu ha precisato che dopo la fine dell’operazione “Carri di Gedeone”, tutte le aree della Striscia di Gaza saranno sotto il controllo delle forze di sicurezza israeliane, scongiurando eventuali ritorni alla precedente situazione. Ha inoltre dichiarato l’intenzione di procedere alla fine del conflitto con condizioni chiare che garantissero la piena sicurezza di Israele.Nel specifico, i requisiti per la conclusione della guerra stabiliti da Netanyahu includono il rimpatrio integrale degli ostaggi in un breve lasso di tempo, il disarmo completo del gruppo Hamas e l’esilio delle sue leadership dalla Striscia di Gaza. L’attuazione del piano Trump è stata anche annoverata tra le condizioni necessarie per garantire un futuro stabile nel territorio palestinese.Netanyahu ha enfatizzato la necessità assoluta dell’esito positivo della missione militare, evidenziando il ruolo di Hamas come principale responsabile della crisi umanitaria e del clima di instabilità nella regione.