L’intensità e la natura complessa dell’evento meteorologico che ha investito la provincia di Cuneo nella giornata di ieri hanno lasciato un segno tangibile nel tessuto agricolo locale, con conseguenze diversificate a seconda delle specifiche aree colpite e delle colture presenti.
I sopralluoghi tecnici condotti da Coldiretti Cuneo, avviati immediatamente dopo la cessazione delle precipitazioni, delineano un quadro di danni significativi, particolarmente accentuati nell’area braidese, ma con ripercussioni anche in altri settori della provincia.
La grandinata, elemento distintivo di questa ondata di maltempo, si è manifestata con particolare violenza nel territorio di Sommariva Perno, estendendosi poi a macchia di leopardo in diverse località limitrofe.
La zona nord di Bra, Pocapaglia, Sanfrè, Sommariva Bosco e Ceresole d’Alba hanno subito l’impatto di chicchi di grandine di dimensioni variabili, capaci di infliggere danni considerevoli alle coltivazioni.
L’orticoltura, con le sue colture spesso caratterizzate da una finestra di raccolta breve e preziosa, è stata duramente colpita, con perdite di biomassa e compromessi i raccolti imminenti.
Anche i noccioleti, pilastro dell’economia agricola cuneese, lamentano perdite ingenti, potenzialmente impattando sulla qualità e sulla quantità della produzione di nocciole, un prodotto di eccellenza con una forte vocazione all’export.
La viticoltura, un altro comparto cruciale per il territorio, subisce danni che potrebbero compromettere la resa e la qualità delle uve, con potenziali ripercussioni sulla produzione di vini pregiati.
Oltre ai danni diretti alle coltivazioni, le raffiche di vento hanno provocato danni strutturali alle infrastrutture agricole.
La distruzione di teli protettivi in serra, elementi essenziali per la protezione delle colture più delicate, e la perdita di copertura di alcuni capannoni agricoli rappresentano ulteriori perdite economiche, aggravando la situazione già compromessa dalle grandinate.
Questi eventi mettono in luce la vulnerabilità delle strutture agricole, spesso insufficientemente protette da fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti e intensi.
Nel Cebano, la combinazione di vento forte, grandine e pioggia, pur causando danni, ha avuto un impatto meno grave rispetto all’area braidese.
La zona compresa tra Ceva e San Michele Mondovì, in particolare Lesegno, è stata interessata da chicchi di grandine di dimensioni notevoli, ma l’area colpita risulta essere meno intensivamente coltivata, attenuando le conseguenze sull’agricoltura locale.
Tuttavia, l’episodio sottolinea la crescente necessità di sistemi di monitoraggio meteorologico più accurati e di strategie di mitigazione del rischio per tutti i settori agricoli.
La resilienza delle comunità agricole e la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici rappresentano sfide cruciali per il futuro del settore primario cuneese.