Il Consiglio Valle della Valle d’Aosta ha visto un acceso dibattito culminato nel rigetto, con un ampio margine di astensioni, di una mozione presentata dal gruppo Progetto Civico Progressista. La proposta, che auspicava una ferma opposizione da parte della Regione e dei parlamentari valdostani a qualsiasi forma di sostegno al piano di riarmo europeo, e la sua sostituzione con un programma di investimenti orientato alla competitività, all’equità economica, alla sicurezza e alla sostenibilità, non ha trovato sufficiente consenso. L’esito riflette una frattura profonda nelle strategie di risposta all’attuale contesto geopolitico.Erika Guichardaz, esponente del gruppo Progetto Civico Progressista, ha denunciato la svolta militarista dell’Unione Europea come una deviazione dai principi fondanti del progetto comunitario. La costruzione della pace, ha sottolineato, non può basarsi su un aumento delle spese militari, ma su un impegno condiviso per la cooperazione e lo sviluppo.L’Assessore agli Affari Europei, Luciano Caveri, ha offerto una prospettiva storica, richiamando la profonda e radicata paura che i Paesi dell’Europa centro-orientale nutrono nei confronti della Russia. Questa paura, lungi dall’essere una mera astrazione ideologica, affonda le sue radici in secoli di esperienze traumatiche, di invasioni e oppressioni, lasciando un’eredità di vulnerabilità che spinge a ricercare una deterrenza militare. Caveri ha inoltre evocato la trasformazione ideologica di George Orwell, che, dopo aver assistito alla guerra civile spagnola, rinnegò il suo pacifismo sostenendo la necessità di un conflitto armato per sconfiggere il nazismo e il fascismo.Un elemento cruciale del dibattito è stato rappresentato dalla questione della sovranità degli Stati membri. Pur riconoscendo la necessità di investimenti in difesa, si è evidenziata la rilevanza di garantire la libertà di scelta per gli Stati, consentendo loro di decidere se destinare i fondi europei al riarmo o ad altre priorità. L’emergere di una forza armata europea è stato presentato come un prerequisito per affermare il peso dell’Unione nello scenario internazionale, contrapponendosi all’assertività di potenze come Cina e Russia.L’analisi ha sollevato interrogativi fondamentali sull’equilibrio tra sicurezza collettiva e autonomia decisionale, e sulla definizione di una politica estera europea coerente con i valori di pace, cooperazione e sviluppo, in un mondo caratterizzato da crescenti tensioni geopolitiche e nuove sfide per la sicurezza globale. La discussione ha messo in luce come la complessità delle dinamiche internazionali richieda un approccio multidisciplinare, che tenga conto non solo degli aspetti militari, ma anche di quelli economici, sociali, culturali e ambientali.