sabato 26 Luglio 2025
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Bologna, Corte dei Conti: Irregolarità nell’affidamento ex Scalo Ravone

L’affidamento di un incarico di progettazione urbanistica, con un budget di circa 115.

000 euro, destinato allo studio delle aree circostanti il dismesso distretto ex scalo Ravone di Bologna, ha sollevato serie perplessità in seno alla Sezione di Controllo della Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna.
La determinazione dirigenziale che ha formalizzato l’assegnazione, risalente al 2024, è stata giudicata illegittima, generando una conseguente trasmissione della deliberazione n.

89/2025 alla Procura Regionale Contabile per l’espletamento di valutazioni relative a potenziali danni erariali.
L’analisi condotta dai giudici della Corte (presieduti da Marcovalerio Pozzato, con Alberto Rigoni relatore) ha evidenziato una distorsione nella qualificazione dell’intervento.
L’amministrazione comunale ha presentato l’operazione come un appalto di servizi, configurazione giuridica che presuppone una prestazione specifica, volta a fornire un beneficio diretto al committente.
La Corte, invece, ha riconosciuto l’attività come una collaborazione esterna, assimilabile a un parere tecnico, una distinzione di cruciale importanza ai fini della legittimità della procedura.

La differenza è sostanziale: un appalto richiede la verifica del principio del miglior prezzo attraverso una procedura comparativa, mentre la collaborazione esterna, pur dovendo rispettare principi di correttezza e trasparenza, opera con regole procedurali diverse.
L’omessa applicazione delle norme che disciplinano le collaborazioni esterne ha rappresentato il primo punto critico.
L’amministrazione non ha infatti dimostrato l’impossibilità di avvalersi di risorse interne per l’elaborazione dello studio, una condizione necessaria per ricorrere a consulenze esterne.

A ciò si aggiunge un altro vizio procedurale rilevante: l’assenza del parere obbligatorio dei revisori dei conti, un organo di vigilanza interno che garantisce la correttezza dell’azione amministrativa e la conformità agli obblighi di legge.

La mancanza di tale parere costituisce un’irregolarità di non trascurabile importanza, in quanto compromette la trasparenza e la responsabilità dell’azione amministrativa.
L’incidente solleva interrogativi significativi riguardo alla corretta interpretazione delle norme che regolano l’affidamento di incarichi esterni, sottolineando l’importanza di distinguere con precisione tra appalti di servizi e collaborazioni esterne.

La decisione della Corte dei Conti evidenzia la necessità di un rigoroso rispetto delle procedure previste dalla legge, al fine di garantire la legalità, la trasparenza e l’efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche e di prevenire potenziali danni all’erario.

L’intera vicenda impone una riflessione più ampia sui meccanismi di controllo interno e sulla necessità di rafforzare la cultura della legalità all’interno delle amministrazioni pubbliche.

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