La Valle d’Aosta, custode di un’identità agroalimentare ricca e distintiva, ha scelto Parigi come palcoscenico per un’iniziativa volta a valorizzare il suo patrimonio agricolo e a rinsaldare il legame storico con la capitale francese. L’evento, ospitato nella prestigiosa Maison du Val d’Aoste, si configura come un’immersione sensoriale e culturale, progettata per coinvolgere giornalisti specializzati, figure influenti del settore enogastronomico e personalità legate alla regione.Oltre alla semplice promozione commerciale, l’iniziativa ambisce a raccontare la Valle d’Aosta attraverso una narrazione autentica e suggestiva. Al centro della proposta, la mostra fotografica “La main et le geste en agriculture” – frutto del concorso promosso dall’Assessorato regionale all’agricoltura – offre uno sguardo intimo e potente sul lavoro dei protagonisti dell’agricoltura valdostana: mani esperte che plasmano il paesaggio, gesti che racchiudono secoli di tradizione, volti segnati dalla fatica e dalla passione. Le immagini vincitrici, vere e proprie opere d’arte, catturano l’essenza di un’agricoltura che è al contempo lavoro manuale, conoscenza del territorio e profondo rispetto per la natura.La degustazione di prodotti locali, accompagnata da vini Doc, rappresenta un ulteriore tassello di questa esperienza multisensoriale. Non si tratta semplicemente di assaporare sapori autentici, ma di riscoprire il significato del “territorio” come espressione di biodiversità, identità culturale e sostenibilità. Ogni prodotto, ogni vino, racchiude una storia di dedizione, innovazione e legame con le tradizioni ancestrali.L’Assessore Marco Carrel sottolinea come l’evento si proponga a celebrare i “volti e i gesti” dell’agricoltura, a far conoscere i ritmi del lavoro e il “savoir-faire” degli agricoltori e allevatori valdostani. Il legame profondo tra Parigi e la Valle d’Aosta, radicato nella storia e nella cultura, offre un’opportunità unica per rafforzare questo rapporto, promuovendo un’immagine di eccellenza agroalimentare e valorizzando il patrimonio immateriale della regione. L’iniziativa si configura dunque non solo come un’occasione di business, ma come un vero e proprio ponte culturale tra due realtà geografiche distinte, accomunate da un profondo rispetto per la tradizione, l’innovazione e la qualità.