sabato, 24 Maggio 2025
BariBari, processo Di Giacomo: la figlia al centro del rimorso dell'imputato

Bari, processo Di Giacomo: la figlia al centro del rimorso dell’imputato

Pubblicato il

- Pubblicità -

La vicenda che si dipana nell’aula di Corte d’Assise a Bari, legata alla tragica scomparsa del fisioterapista Mauro Di Giacomo, si concentra ora sulla testimonianza di Salvatore Vassalli, l’operaio canosino accusato di aver posto fine alla sua vita il 18 dicembre 2023. Le sue parole, cariche di un profondo rimpianto, non si concentrano tanto sulla vittima quanto sulla figlia, figura centrale nel racconto che tenta di ricostruire le dinamiche di una serata fatale.”Rimpiango tutto quello che è successo. Ma non per Di Giacomo, per mia figlia.” Questa frase, lapidaria, rivela la complessità emotiva che anima l’imputato, spingendolo a presentare la sua versione dei fatti con un mix di pentimento e tentativo di giustificazione. L’ammissione di responsabilità, seppur seguita da un’interpretazione degli eventi che cerca di attenuare la sua colpevolezza, appare come un tentativo di trovare un senso a una catena di azioni innescata da un doloroso contenzioso civile.La figlia di Vassalli, anni prima, aveva avviato una causa legale contro Di Giacomo, denunciando presunte manipolazioni terapeutiche che avrebbero causato lesioni permanenti. Questa disputa legale, percepita da Vassalli come un’ingiustizia subita dalla sua famiglia, si configura come il catalizzatore emotivo che lo ha portato a cercare un confronto diretto con il fisioterapista. L’intenzione, a suo dire, era quella di ottenere un riconoscimento delle responsabilità da parte di Di Giacomo, una sorta di resa dei conti morale che, tragicamente, si è trasformata in un atto violento.La ricostruzione della serata, presentata dall’imputato, è caratterizzata da una narrazione di escalation. Vassalli sostiene di aver cercato un incontro pacifico, un tentativo di sensibilizzazione che, a suo dire, è degenerato in una colluttazione. Durante questo scontro fisico, l’imputato afferma di essere stato aggredito e minacciato, e che i colpi di pistola sarebbero partiti accidentalmente, a seguito di una dinamica incontrollabile. La sua versione dei fatti, tuttavia, presenta elementi contraddittori e suscettibili di interpretazioni diverse. L’ammissione di aver “probabilmente” premuto il grilletto come gesto automatico, in particolare, solleva interrogativi sulla sua piena consapevolezza delle proprie azioni e sulla reale natura della colluttazione.La testimonianza di Vassalli, intrisa di rimorso e segnata da una difesa che mira a contestualizzare l’atto violento, non fa altro che amplificare la tragicità di un evento che ha spezzato una vita e lacerato una famiglia. La complessità del caso, con le sue radici in una disputa legale e le sue implicazioni emotive, richiede un’analisi approfondita e una valutazione imparziale da parte del tribunale, al fine di accertare la verità e di giungere a una sentenza equa. L’ombra del rimorso, tuttavia, resta lunga, gravando sulla coscienza dell’imputato e interrogando la giustizia stessa.

Ultimi articoli

Palermo, Monte Pellegrino in fiamme: denso fumo oscura la città.

23 maggio 2025 - 20:30 Un denso fumo acre ha oscurato il cielo sopra Palermo...

Asinara, Faro della Memoria: S’unisce al Museo Falcone-Borsellino

23 maggio 2025 - 19:44 L'Isola dell'Asinara si configura ora come anello imprescindibile del Museo...

Roma si illumina: piano da 65 milioni per una città più sicura e bella.

23 maggio 2025 - 15:47 Un ambizioso piano da 65 milioni di euro, frutto di...

Capaci: Il Giorno che Scosse l’Italia, Memoria e Lutto.

23 maggio 2025 - 16:46 Il 23 maggio 1992 si è impresso nella coscienza italiana...
- Pubblicità -