La recente polemica sollevata dalla discussione sul limite dei due mandati per i presidenti delle province autonome di Trento e Bolzano trascende la mera questione individuale che coinvolge figure come Fugatti, Zaia e Marsilio. Affermare la necessità di un tetto temporale per l’esercizio di tale carica non costituisce un’azione arbitraria o un attacco personale, ma una riflessione più ampia sulla tenuta democratica e la vitalità del sistema politico regionale. L’obiezione che una limitazione dei mandati possa ledere il rispetto del voto popolare è superficiale e ignora la complessità del concetto stesso di rappresentanza. Un mandato elettorale, per quanto legittimo, non conferisce un potere assoluto e incontrastato. È un patto temporaneo tra l’elettore e l’eletto, un impegno a servire l’interesse comune per un periodo definito. Prolungare eccessivamente tale permanenza, al di là del naturale ricambio generazionale e dell’introduzione di nuove prospettive, rischia di creare dinamiche di immobilismo, di consolidamento di poteri e, in ultima analisi, di impoverimento della qualità della democrazia.L’esistenza della Corte Costituzionale, chiamata a chiarire la compatibilità della normativa con i principi costituzionali, testimonia la rilevanza giuridica e la delicatezza della questione. Tuttavia, l’intervento della magistratura non deve essere inteso come una soluzione definitiva, ma come uno stimolo al dibattito politico e alla ricerca di un consenso ampio e condiviso.Le parole del ministro Ciriani, che invocano il rispetto di un accordo preesistente e condannano le ripicche, evidenziano la necessità di un approccio improntato alla lealtà e alla trasparenza. Questo non significa rinnegare le scelte del passato, ma piuttosto guardare al futuro con spirito di collaborazione e disponibilità al compromesso. La “lealtà” invocata non è una lealtà verso individui o gruppi di potere, ma una lealtà verso i cittadini e verso l’interesse superiore della collettività. La discussione sul limite dei mandati deve essere, dunque, l’occasione per una riflessione più ampia sul ruolo delle istituzioni regionali, sulla necessità di promuovere la partecipazione civica e sulla vitalità del sistema democratico. Un sistema politico sano e dinamico è un sistema che favorisce il ricambio generazionale, che premia la competenza e l’impegno, e che garantisce a tutti i cittadini la possibilità di contribuire al bene comune. Limitare i mandati, in questo contesto, non è un ostacolo alla democrazia, ma uno strumento per rafforzarla.
Limiti di mandato: una riflessione sulla democrazia regionale.
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