domenica, 25 Maggio 2025
MilanoCronacaSempio e Poggi: Riaperta l'indagine, ma il giudicato è un ostacolo

Sempio e Poggi: Riaperta l’indagine, ma il giudicato è un ostacolo

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La vicenda giudiziaria che coinvolge Andrea Sempio, attualmente indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, solleva questioni complesse di responsabilità, prove e garanzie processuali. L’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, attraverso il suo legale Domenico Aiello, ha fornito una dettagliata ricostruzione degli eventi che hanno preceduto la recente riapertura delle indagini, mettendo in luce un quadro di archiviazioni motivate da carenze probatorie e rispetto del principio del giudicato.In particolare, Venditti ricorda di aver disposto, su istanza della difesa di Alberto Stasi, ulteriori approfondimenti investigativi su Sempio. Questi accertamenti, condotti a seguito di un esposto della difesa e attingendo a perizie già elaborate dalla Corte d’Appello di Milano e mai contestate dalla Procura Generale, portarono a una richiesta di archiviazione. La decisione, accolta dal giudice per le indagini preliminari (GIP) nel marzo 2017, si basava sull’inservibilità e infruttuosità delle prove scientifiche presentate, supportate da relazioni del RIS dei Carabinieri e valutate alla luce di indagini supplementari.Un secondo fascicolo, riguardante presunti comportamenti persecutori nei confronti di una collega della difesa Stasi, nacque da un’informativa dei Carabinieri di Milano. Tale informativa, trasmessa a Pavia nel 2020, evidenziava anomalie nelle indagini precedenti e lasciava intuire la persistenza di elementi non completamente esplicitati. Tuttavia, è cruciale notare che la vicenda era già gravata dal peso del *giudicato*, ovvero dalla formazione di una decisione definitiva e inoppugnabile. Due procure generali, quelle di Milano e Brescia (quest’ultima competente per la revisione della condanna di Stasi), avevano ripetutamente rigettato istanze di revisione della sentenza.Venditti sottolinea come, anche alla luce di tale quadro consolidato, e ribadendo le motivazioni che avevano portato alla prima archiviazione, la recente iniziativa della Procura di Pavia, pur legittima, debba tener conto del *giudicato* formatosi dieci anni prima. La stabilita del *giudicato* è un pilastro del sistema giudiziario, volto a garantire la certezza del diritto, il diritto di difesa e la stabilità delle decisioni. La sua violazione, o anche solo la percezione di una sua violazione, minano la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giudiziario.È dunque prevedibile che a breve venga presentata una nuova istanza di revisione, basata su prove finora inedite. La Procura dovrà dimostrare la sussistenza di elementi nuovi e tali da inficiare la precedente decisione, superando l’ostacolo rappresentato dal *giudicato* e rispettando i diritti costituzionali delle parti coinvolte. La vicenda pone, quindi, un quesito fondamentale: come bilanciare la ricerca della verità con la necessità di garantire la certezza del diritto e la stabilità delle decisioni giudiziarie.

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