24 maggio 2025 – 14:18
Napoli, città ferita. Non solo dalle gioie esuberanti che hanno celebrato l’ennesimo trionfo calcistico, ma da una profonda frattura che emerge con violenza, quasi a voler eclissare l’entusiasmo per la vittoria. Il bilancio dei festeggiamenti per il quarto scudetto, come denunciato con amarezza dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, non può essere liquidato come semplice “esagerazione giovanile”. I numeri parlano chiaro: un centinaio di feriti, aggressioni sistematiche, rapine, l’utilizzo di armi bianche e da fuoco. Un quadro allarmante che solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza e sulla tenuta del tessuto sociale.La reazione di Centinaio, per quanto drammatica, non è priva di una sottile verità. L’affermazione sulla potenziale degenerazione in “guerra civile” risuona come un campanello d’allarme, un’inquietudine diffusa che serpeggia tra chi osserva con preoccupazione la crescente escalation di violenza che accompagna le celebrazioni. Non si tratta di sminuire la gioia popolare, comprensibile e legittima, ma di riconoscere i segnali di un disagio più profondo, di una rabbia repressa che trova sfogo in gesti distruttivi e pericolosi.L’episodio napoletano non può essere isolato. È il sintomo di una tendenza più ampia, di una progressiva erosione dei valori civici e di un senso di impunità che incoraggia comportamenti devianti. La mancanza di controlli adeguati, la precarietà economica e sociale, la percezione di un sistema giudiziario lento e inefficace contribuiscono a creare un terreno fertile per la violenza. Il fenomeno va analizzato con lucidità, evitando semplificazioni e accuse superficiali. Non si tratta di criminalizzare un’intera città o una categoria di persone, ma di comprendere le cause profonde di questo malessere e di agire di conseguenza. Servono politiche sociali mirate a contrastare la povertà e la disoccupazione, investimenti nell’istruzione e nella formazione, rafforzamento dei presidi di sicurezza e riaffermazione dei valori di legalità e rispetto reciproco.La vittoria sportiva, pur essendo un momento di aggregazione e di orgoglio, non deve oscurare la necessità di un profondo ripensamento del modello di sviluppo e di convivenza civile. La fragilità che emerge dalle strade di Napoli è un monito per l’intero Paese, un invito a non sottovalutare i rischi di una società sempre più divisa e polarizzata. Il futuro di Napoli, e per estensione quello dell’Italia, dipende dalla capacità di affrontare con coraggio e determinazione queste sfide complesse.