domenica, 25 Maggio 2025
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Papa e Pace: Coraggio e Perseveranza per un Futuro Fraterno

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Nell’etere carico di speranze e sfide del nostro tempo, la preghiera si eleva come un faro, un invito all’azione per coloro che si dedicano instancabilmente al delicato e imprescindibile compito di costruire ponti verso la concordia. Il Papa, durante la recita del Regina Coeli, ha sottolineato con forza l’urgenza di animare questi instancabili mediatori con virtù fondamentali: il coraggio di affrontare le complessità intrinseche al conflitto e la perseveranza necessaria per superare gli ostacoli che inevitabilmente sorgono nel percorso verso una pace duratura.La ricerca della pace, tuttavia, non è un’impresa solitaria o un mero atto di diplomazia. Essa si radica in una profonda trasformazione interiore, un rinnovamento etico e spirituale che coinvolge individui, comunità e nazioni. Implica una radicale revisione dei paradigmi che alimentano la violenza, che siano essi di natura ideologica, economica o sociale. Richiede la capacità di ascolto attivo, l’empatia per le sofferenze altrui e la volontà di riconoscere le proprie responsabilità, anche quando queste sono scomode o dolorose.Il coraggio, in questo contesto, non si limita alla mera assenza di paura, ma si manifesta come una forza propulsiva che permette di affrontare le ingiustizie, di denunciare le prepotenze e di difendere i diritti dei più vulnerabili. È il coraggio di sfidare le narrazioni che giustificano la guerra e la distruzione, di promuovere la riconciliazione e la verità, anche quando queste sono impopolari o pericolose.La perseveranza, poi, è la linfa vitale che nutre la speranza nel lungo e tortuoso cammino verso la pace. Essa implica la capacità di resistere alle disillusioni, di imparare dagli errori, di adattarsi alle circostanze mutevoli e di non arrendersi mai, nemmeno quando la situazione sembra disperata. Richiede una fede incrollabile nel potenziale umano di superare le divisioni e di costruire un futuro di convivenza pacifica.Il Regina Coeli, in quanto antica preghiera mariana legata alla gioia della resurrezione, evoca un’immagine potente di speranza e rinnovamento. Invita a guardare oltre le tenebre del conflitto, a confidare nella possibilità di una nuova aurora di pace e giustizia. In questo senso, il Papa non sta semplicemente invocando coraggio e perseveranza, ma sta sollecitando una profonda conversione del cuore e della mente, un impegno concreto per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno. Un mondo dove il dialogo, la comprensione reciproca e la ricerca del bene comune prevalgano sulle logiche della guerra e della sopraffazione.

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