L’emergenza Blue tongue, o febbre catarrale ovina, si fa sempre più pressante nel Molise.
I sette casi di infezione recentemente confermati dal servizio veterinario dell’Asrem di Isernia rappresentano un campanello d’allarme che Coldiretti Molise intende suonare con insistenza, sollecitando un intervento immediato e mirato da parte delle autorità regionali.
L’organizzazione agricola non si limita a richiedere l’attivazione di un piano vaccinale, ma pone l’attenzione sulla necessità di una strategia di gestione del rischio olistica e proattiva.
La Blue tongue, trasmessa da zecche e tafani, non è una minaccia isolata.
La sua diffusione, favorita da cambiamenti climatici che estendono la presenza dei vettori, rappresenta una potenziale catastrofe per il settore zootecnico molisano, già fragile e in attesa di un impulso strutturale.
Le conseguenze di un’epidemia non controllata sarebbero devastanti: perdite economiche significative, riduzione della produzione, restrizioni commerciali e un impatto negativo sulla reputazione dei prodotti agroalimentari regionali.
La questione Blue tongue, tuttavia, non può essere affrontata isolatamente.
Essa emerge come sintomo di una più ampia problematica: la mancanza di un piano zootecnico regionale efficace e aggiornato.
Da anni, il settore agrozootico molisano lamenta l’assenza di strumenti di pianificazione strategica che consentano di affrontare le numerose criticità che ne ostacolano lo sviluppo.
La redazione di un piano di tale portata non è solo una questione di priorità, ma un imperativo per la sopravvivenza e la competitività del settore.
Un piano zootecnico regionale moderno dovrebbe integrare diverse componenti: la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, la promozione di pratiche di allevamento sostenibili, il sostegno alla ricerca e all’innovazione, la valorizzazione dei prodotti tipici e la formazione del personale.
In particolare, per quanto riguarda la Blue tongue, il piano dovrebbe prevedere una campagna vaccinale capillare, un monitoraggio costante della popolazione animale, un sistema di allerta precoce e la collaborazione con le strutture veterinarie pubbliche e private.
Coldiretti Molise ribadisce con forza la necessità di un approccio integrato che coinvolga tutti gli attori del settore, dalle istituzioni alle associazioni di categoria, dagli allevatori ai tecnici.
La Blue tongue è una sfida complessa che richiede un impegno collettivo e una visione di lungo termine.
Solo così sarà possibile proteggere il patrimonio zootecnico molisano e garantire un futuro sostenibile per l’agricoltura regionale.
Il tempo per agire è adesso.